Il Natale diverso di Giorgia, tornata qualche mese fa da Kanyama (Lusaka – Zambia)
Le luci del natale sono quasi tutte accese, mancano pochi giorni, mancano pochi preparativi, mancano pochi regali. Quest’anno sarà un natale diverso, almeno per me. Quest’anno avrò da ricordare il sorriso di Miso, il ghigno di Irine, gli occhioni di Nesta, il broncio di Joseph, la voce squillante di Lilian. Quest’anno non potrò non ascoltare il loro ricordo, non potrò non immaginare come saranno le loro feste. Le immagino come giorni qualsiasi, senza tavole imbandite, senza pacchetti colorati, senza abito speciale. Li immagino sorridenti, come solo loro sanno essere, davanti ad un piatto di riso che già è una gran fortuna in case in cui la dieta non si schioda da ciotole enormi di inutile polenta di mais. Me li vedo davanti i miei bellissimi bambini mentre costruiscono macchine con il fil di ferro o con i cartoni vuoti della birra e mentre se le scambiano pieni di soddisfazione. Li immagino con le loro magliette sporche e consumate pescare con le mani i girini nelle pozze che la stagione delle piogge avrà già riempito. Li vedo incamminarsi verso la chiesa della comunità anticipando il rito domenicale per condividere lo spirito di un momento per loro solo religioso. I canti, le mani che battono, le danze..colorate e meravigliose.
Penso a loro e quasi provo fastidio davanti alle vetrine dei negozi, davanti alle luci intermittenti, davanti ai babbo natale che spopolano ovunque, davanti a quei bambini che sbattono i piedi nei negozi di giocattoli. Poi però penso anche che il nostro di natale non può che essere così, che un bimbo bianco non può non godere del momento in cui scarterà il regalo atteso, che a una nonna non si può negare la gioia di cucinare tutto il giorno con la soddisfazione di vedere la famiglia riunita intorno al tavolo, che camminando per le strade del centro non è possibile immaginare luci spente e addobbi svaniti. Penso che non sia forse neanche giusto privarci dell’involucro ma che sia quantomeno un dovere ricercare la sostanza.
Quest’anno sarà un natale diverso, almeno per me.
Quest’anno penserò ai tanti Nesta, Miso, Joseph e nei loro volti, nella loro capacità di accontentarsi di poco, in quel loro modo pulito e spontaneo di vivere questo momento troverò la strada per migliorare il mio. E’ possibile coniugare i due mondi, è possibile diventare un po’ più parte dell’altro. E’ possibile chiedere e costruire una giustizia che ci renda meno distanti da loro, che restituisca i diritti che ogni bambino su questo mondo dovrebbe avere.
So che laggiù, dove si affrontano ogni giorno lotte alla sopravvivenza, sapranno ricercare la felicità anche in un piatto mezzo vuoto o in un natale in cui ogni giorno sarà esattamente uguale a quello precedente..ma se nella nostra impotenza abbiamo la possibilità di regalare anche solo un sorriso credo sia un dovere tentare.
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Si può regalare un sorriso, un sospiro di sollievo, un natale che sappia di felicità spensierata.
Giorgia Prati
Referente Sede Lazio
12 Dicembre 2008
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