UN “BYE” INCREDIBILE E DOLCISSIMO – Lusaka (Zambia), Agosto 2010
Sono giorni che sento la voglia di fissare su carta le emozioni e le sensazioni provate nell’esperienza fatta in Zambia e immancabilmente dopo aver combattuto con un milione di pensieri metto giù la penna conscia che mai e poi mai si arriverà a capire ciò che ho provato e come me le persone che hanno avuto la grande possibilità di vivere questa esperienza. Un’altra paura nel fissare su carta il racconto di questo “viaggio” è che vada persa la magia che ha contraddistinto ogni giorno vissuto, ogni persona incontrata, ogni sorriso o sguardo ricevuto, ogni abbraccio di un bimbo di strada.
Ora però è venuto il momento di essere concreti e di indirizzare questa esperienza verso qualcosa che porti dei frutti. Come? Semplicemente raccontando che cosa si sta facendo a Lusaka nella speranza che si possa continuare a farlo con il piccolo aiuto di tutti.
All’arrivo a Lusaka la prima cosa alla quale si stava lavorando in modo tangibile era la strada che dalla via principale porta al centro Shalom, una strada dissestata che prima permetteva di fare il percorso in più di 40 minuti, mentre ora permette di raggiungere il centro in pochi minuti.
Lo Shalom è un progetto che ormai è una realtà vera e propria a Lusaka, un centro scolastico molto bello e ben tenuto che al proprio interno ha un centro di riabilitazione per bimbi disabili. Ho avuto la fortuna di assistere a qualche ora di fisioterapia e parlando con i genitori che accompagnano i bimbi a fare riabilitazione mi ha sconvolto scoprire che la maggior parte dei bimbi presenti al centro sono diventati disabili nelle prime settimane di vita prendendo malattie come la malaria, la meningite e la febbre gialla. Un altro progetto che L’Africa Chiama finanzia è quello di tre maestre disabili che con una forza incredibile hanno aperto una scuola per bimbi disabili. Al nostro arrivo da visitatori nella loro aula, una stanzetta piccola fredda e buia, è stata molto dura trattenere le lacrime: ti veniva voglia di prendere in braccio uno per uno di quei dolcissimi bimbi per portarteli via e non permettere più che vivessero in tali condizioni, poi fortunatamente ci è stato detto che questa situazione di disagio stava per terminare di li a poco, alla riapertura della scuola sarebbero stati trasferiti in un altro centro che era in via di ristrutturazione, un centro alla cui ristrutturazione io e la mia compagna di viaggio avremmo preso parte.
Il microcredito è un altro progetto eccezionale, specialmente in un paese dove la disabilità è vista come la peste, viene assegnato solo a persone disabili o a famiglie che abbiano un bimbo disabile.
Avrei potuto parlare di emozioni, sensazioni e tanto altro ma credo che per fare in modo che le cose proseguano basta semplicemente raccontare ciò che di vero e reale si sta facendo.
Una cosa risuona ancora dentro di me…e mi resterà dentro per molto tempo, il saluto dei bimbi incontrati per strada che non appena ti vedevano iniziavano a gridare un: “byyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyye” incredibile e dolcissimo.
Manuela – Lusaka (Agosto 2010)