L’incredulità delle persone intorno a me, quando racconto stralci dell’esperienza che ho vissuto, è indicativa, e fa riflettere su quanto poco conoscono, conosciamo, di quella meravigliosa perla che è l’Africa. In realtà quello che ho visto, sentito, annusato, assaggiato e toccato, è un niente, rispetto a tutto quello che può regalare la Terra Africana. Ma tant’è. Basta per riempirmi ancora oggi il cuore e la mente, e per andare avanti, più consapevole e più viva rispetto a quando sono partita.
Perché lo Zambia, Lusaka, e più in particolare la Shalom Community School rappresentano un mondo a parte: tutto è diverso, non per forza migliore o peggiore, più facile o più difficile. Semplicemente diverso.
Banale dire che sono i bambini a rendere il tutto così speciale e così unico, con la loro semplicità, il loro amore per la vita, spesso complicata dalle condizioni a cui è legata, il loro sorriso. Perenne. Sembrano nati “solo” per essere felici. Le sensazioni provate quando riesci a strappare una risata in un più a Debòra, quando riesci a impegnare Shaggy in un gioco in cui per forza è più bravo di te..Indescrivibili. Gesti che qui appaiono semplici, banali, e quasi inutili, là sono considerati preziosi, e sempre apprezzati. Ma non ci sono solo i bambini a rendere il tutto così meraviglioso: perché accompagnare Mwale e Sakala a comprare il carbone per i pulcini, aiutarli a scegliere l’innaffiatoio più adeguato per il giardino e l’orto della Shalom, ti fa sentire viva come mai avresti potuto immaginare.
L’esperienza che ho avuto la fortuna di poter vivere, ti fa riflettere e ti fa mettere in discussione tutto quello che fino a ieri avevi considerato il tuo mondo, il “giusto” e lo “sbagliato”, il soggettivo e l’oggettivo. Perché fa capire quanto poco valore abbiano le nostre convinzioni, spesso basate su consuetudini e su dogmi che “ci sono stati insegnati”, e che è difficile mettere in discussione, o con cui è costoso e controproducente scontrarci. Questo mio breve pensiero, di proposito, non è un racconto o una cronaca di tutto quello che ho potuto assaporare a Lusaka. Per questo ci sono testimonianze, scritti e libri interi sicuramente migliori e più interessanti di quanto sarebbero i miei.
Queste righe vogliono solo rappresentare un ringraziamento: in primis, ringrazio l’associazione L’Africa Chiama, che, solo perché esiste, permette di “andar giù”, e di poter vivere un’esperienza così unica, nella vita di una persona. Poi, ringrazio i cooperanti di Lusaka, per la passione e la forza che mettono nelle cose che fanno, e in cui credono: rigorosamente in ordine alfabetico, Chiara, Francesco, Michela e Umberto. Siete fantastici. Ringrazio tutte le persone che, volenti o nolenti, ho incontrato nel mio cammino africano: partendo da tutti i bambini e i ragazzi della Shalom, passando per i lavoratori, anche del Garden House, finendo con tutti coloro che ho visto passare, che mi hanno salutato, sorriso o stretto la mano. E per finire, last but not least, ringrazio i miei tre splendidi compagni di viaggio, senza i quali la mia esperienza sarebbe stata comunque forte, ma forse un po’ meno speciale: Emi, Marchino e Sabi. Grazie a tutti.
Janis Bongiovanni, Lusaka (Zambia) – Agosto 2012
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