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Asante Sana, testimonianza di Giulia dalla Tanzania

Rimandata e ancora rimandata questa esperienza mi si è offerta con la “solita” idea che appartiene all’Africa ed ancora una volta è tutto ciò che riguarda l’Africa a sorprendermi.

Non avrei mai pensato di vivere questo vortice di emozioni, che sembra inizialmente travolgerti, con tanta serenità ed entusiasmo, come se Iringa ed Ipogolo fossero sempre stati li, dietro casa!

L’Africa è stata proprio questo per me: senso di casa, famiglia e calore ma anche maestra di consapevolezza, uno scossone che mi ha allontanata da tutti quei banali preconcetti e luoghi comuni che tanto accompagnano questa terra e che mi ha aiutata a vivere con reale coscienza le difficoltà di un paese come la Tanzania. Mi sono “scontrata” con povertà, fame e disabilità con una semplicità che solo l’Africa poteva regalarmi.

Niente di quello che ho vissuto e provato renderebbe bene a parole,  anche perché, in realtà, di parole ce ne sono state ben poche: la Tanzania è stata per me soprattutto sguardi complici, risate, canti improvvisati, colori e sapori, un’esperienza unica pronta a stupirti ogni giorno di più!

A sorprendermi ci hanno pensano soprattutto gli adulti, e la loro voglia di riappropriarsi di quell’infanzia che non li ha mai visti bambini ma solo piccoli uomini, e i disabili, sempre così complici tra loro e desiderosi di farsi largo tra la folla.

All’Africa e alla Tanzania posso dire quindi solo grazie… o meglio ASANTE SANA!

Giulia Piras, volontaria ad Iringa in Tanzania (2012)


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