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TUTTI IN GITA, articolo di Miriam dallo Zambia

Erano mesi che ogni volta che entravo nelle classi a salutare i ragazzi speciali mi chiedevano quando e se saremmo mai andati in gita tutti insieme, trovavo sempre una scusa senza cercare mai di promettere niente. Poi però non potevo più rimanere indifferente alla loro richiesta così con l’inizio di agosto e la fine della scuola decidemmo che questo era il periodo più adatto per passare una giornata insieme fuori dal compound di Kanyama. 

Qualche tempo fa capitai con Stefania in una fattoria poco fuori Lusaka, un posto molto grande e soleggiato in cui c’erano tantissimi cavalli di tutte le taglie e razze, c’era inoltre un prato, alberi, panchine e una bella atmosfera di pace e tranquillità, così quando mi misi a pensare dove portare i nostri 50 ragazzi mi venne in mente quel posto. Iniziai subito ad organizzare; chiamare la fattoria per chiedere disponibilità, noleggiare due autobus, pensare al cibo e dopo non poche difficoltà riuscii a fissare il giorno: 2 agosto, 2 pulmini, 50 bambini, 4 insegnanti e pranzo al sacco per tutti.
La scuola chiudeva il 5 agosto e con la mia prossima partenza il giorno 2 agosto era un’ottima occasione per festeggiare la conclusione di un percorso fatto insieme.

Partiamo dal centro verso le 10.00, il ritardo in Zambia è considerato normalità quindi nessuno era molto preoccupato. Arriviamo a destinazione ed i ragazzi del posto avevano già preparato tre cavalli di media grandezza e dal pelo lungo al centro del prato, sotto l’ombra di un albero gigante. Ci stavano aspettando per una breve storia sulla fattoria ma anche sul cavallo come animale in sé e poi avrebbero dato la possibilità ai ragazzi di toccarli.  Il gruppetto dei bambini sordi, accompagnato dalla loro insegnante che gli aveva appena finito di spiegare tutto in lingua dei segni, fu il primo a correre verso uno dei cavalli e iniziare a giocare.

Io ero con i bambini non vedenti, ci siamo avvicinati al cavallo piano piano, inizialmente non volevano staccarsi da me poi lentamente con la manina titubante iniziarono a toccare la gamba del cavallo fino ad arrivare verso la testa, ormai avevano già preso confidenza così con più sicurezza gli toccarono gli occhi e poi la bocca. Ad ogni movimento del cavallo la manina si ritraeva e si nascondeva fra le mie gambe, poi tornava ad accarezzare l’animale. Per entrambi, me e loro, fu una grandissima emozione generata sicuramente da sensazioni comuni e diverse. Il percorso continuava, la guida portò i bambini prima a vedere i cavalli da corsa e poi a vedere i poni, entrambi situati in posti diversi della fattoria.

Io rimasi ad aspettarli assieme ai bambini non vedenti e a tutti coloro in sedia a rotelle e, improvvisamente, mentre eravamo seduti sul prato ci passano attorno circa 7 cavalli in corsa i quali si fermano accanto a noi; uno dei dipendenti ci mostrò i tre più alti e più maestosi invitandoci ad andare a toccarli. Altra piacevole emozione, i bimbi tutti insieme accarezzando i cavalli elencavano le differenze con quelli toccati prima ridendo e urlando a voce altissima. Sia io che l’insegnante ridemmo con loro.
Quando tornarono tutti gli altri, affamati e assetati, andammo tutti a sdraiarci sotto l’ombra di un albero, mangiammo i panini, gli instancabili giocarono a pallone e già alle 14.00 eravamo sul bus del rientro. Ognuno a suo modo concluse la mattinata… chi si addormentò, chi cantò canzoni, chi faceva domande, chi ricordava la giornata, chi semplicemente aspettava di tornare a casa.
Una gita semplice e breve ma sicuramente ricca e colorata per tutti.

Miriam Paci, volontaria in servizio civile (Zambia)

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