Articolo di Agnese volontaria in servizio civile in Tanzania
Montagne tutt’intorno, vento tra i capelli, pannocchie ondeggianti a destra e sinistra per distese interminabili. Iniziava ad albeggiare, la luce era rosea e l’aria mattutina si sentiva fresca sul viso. Dopo dieci minuti di dala-dala*, per uscire dal centro della città di Iringa, questo è il paesaggio che c’era ad aspettarmi questa mattina. Una piccola strada sterrata unisce la scuola alla grande strada. Avvicinatami alla scuola due bimbi scalzi dalla divisa blu un po’ strappata e camicetta bianca mi corrono incontro, educatamente mi sfilano lo zaino come segno di rispetto e benvenuto.
La piccola scuola di Mnazimmoja sorge proprio ai piedi di una grande montagna completamente rivestita di verde e punteggiata qua e là dai tipici grandi massi spesso presenti nelle rappresentazioni animate per bambini e che qua i miei occhi hanno avuto l’onore di vedere senza alcun filtro ma apprezzandoli direttamente dalla realtà di questa terra meravigliosa che da alcuni mesi a questa parte chiamo casa. Al centro del cortile sorge un maestoso albero di manghi.
Appesa tra i suoi rami vi è l’interno di quella che presumibilmente in passato era stata una ruota di auto. Essendo in ferro viene utilizzata come campanella oppure da preside e maestri per dirigere i canti mattutini di alzabandiera. Gli alberi in Africa sono rispettati in un modo eccezionale e rappresentano inoltre un importante punto di ritrovo e riunione. È proprio all’ombra delle loro chiome che la storia dell’Africa viene tramandata da generazione a generazione.
Sentivo profumo di legna bruciata già in lontananza. La nostra cuoca Marie, infatti, era già all’opera per preparare il kande; tipica ricetta tanzana. Consiste in una deliziosa zuppa di mais e fagioli arricchita con qualche carota, cipolla, sale e olio di semi di girasole.
L’Africa Chiama all’interno del Progetto Nutrizionale di School Feeding si occupa della gestione di sei Mense scolastiche all’interno della regione di Iringa. Grazie al suo impegno negli ultimi anni l’inclusione ed il rendimento scolastico sono nettamente migliorati. Quel pasto, che viene offerto tre volte a settimana, rappresenta spesso l’unico pasto della giornata dei giovani studenti. Dietro a quel piatto di kande vi è il lavoro e la dedizione delle nostre cuoche. La preparazione, infatti, richiede tempo poiché deve bollire a lungo, per questo la mattina si inizia quando ancora c’è la brina sui campi della notte appena trascorsa. Vi è inoltre l’impegno dei genitori che collabora assicurando acqua e legna. Queste ultime vengono portate dalle mani degli studenti, anche da molto lontano. La mattina si crea una sorta di cerimonia in cui accanto alla cucina vengono depositate taniche di ogni misura,secchi colorati e rami.
Il rapporto tra gli studenti e le cuoche è di rispetto profondo. Spesso durante le pause alcuni studenti vengono a salutare o a chiedere se serve aiuto attendendo intensamente il momento del pranzo.
Ogni bimbo ha con se un piatto o ciotola, che sia di plastica o di ceramica non importa. Alcuni un cucchiaio. Al termine della lezione una macchia blu corre in cucina e con una velocità e ordine quasi incredibili si scioglie subito dopo la disposizione dei giovani alunni in file davanti ai pentoloni pronti.
Finita la distribuzione gli studenti gareggiano per pulire le pentole poiché vorrebbe dire poter rimuovere anche quell’ultimo chicco di mais o quei due fagioli attaccati al fondo.
Conoscere è lo strumento più efficace per combattere ignoranza e per essere gli Uomini di domani. Ci sarà sicuramente tra quei sorrisi un futuro medico del distretto, un politico, un commerciate. Noi siamo solo ospiti qui. Lavorare con l’obiettivo di aiutare un Paese e una comunità a crescere è un’operazione molto delicata che presuppone attenzione continua, costanza e rispetto. L’atteggiamento più corretto, dunque, ritengo sia innaffiare il seme; da qui la scelta di impegno in un contesto scolastico.
Agnese Ceccarelli volontaria servizio civile in Tanzania (2017-2018)
Un nostro video della città di Iringa in Tanzania: