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LA STORIA DI ROSE

Articolo di Martina Furlan dalla Tanzania

L’approccio sostenuto de L’Africa Chiama nel lavoro con i bambini disabili è quello della Riabilitazione su base Comunitaria: la comunità è coinvolta in prima linea nel processo di riabilitazione del bambino disabile. Questo da un lato per aiutarlo ad inserirsi nella vita quotidiana ma anche per sensibilizzare la comunitàà nei confronti della disabilità, purtroppo ancora vista come un qualcosa di sconosciuto e spaventoso. 

All’interno del progetto Sambamba sono presenti i Focal Points, luoghi e momenti in cui il genitore, o chi si prende cura del minore, porta il bimbo a fare terapia e si confronta con le altre mamme e l’operatrice, si impegna per primo a conoscere e a imparare gli esercizi da ripetere a casa, supporta gli altri genitori e riceve sostegno, confronto, circa paure, emozioni, vita quotidiana e difficoltà.

Proprio per questo motivo e per cercare di raggiungere un numero sempre maggiore di bimbi disabili, da dicembre 2017 ad oggi stiamo lavorando per aprire due nuovi Focal Points nel territorio di Iringa, che si aggiungono ai sei già aperti dal 2016. Per aprire un nuovo Focal Point è necessario effettuare il censimento dei bimbi, andare di casa in casa, parlare con i genitori e spiegare loro il nostro progetto. Purtroppo non sempre tutti i genitori che incontriamo accettano poi di portare il proprio bambino a fare terapia, la disabilità rimane, purtroppo, un tabù difficile da superare. Il Focal Point permette ai bambini disabili presenti nella zona di poter fare terapia vicino a casa oppure vicino alla scuola che frequentano, non tutti infatti possono raggiungere il centro Sambamba. A questo proposito vorrei raccontarvi la storia di Rose, una ragazzina di quattordici anni che frequenta la classe 5° della scuola primaria di Igumbilo, quartiere dove è presente uno dei nostri Focal Point.

Rose è nata con una paraplegia che non le permette di camminare, le gambe rimangono piegate e per spostarsi usa un triciclo, con tutte le difficoltà che questo comporta viste le strade fatte di terra, buche e ciottoli. Quando scende dal triciclo, per muoversi si siede per terra e gattona, usando delle ciabatte nelle mani per non farsi male. Rose è la terza di cinque fratelli e vive con i nonni che sono contadini; i genitori sono vivi ma hanno preferito lasciare la figlia alle cure dei nonni. Il Focal Point risulta una risorsa preziosissima per lei in quanto altrimenti non potrebbe fare terapia vista l’impossibilità di raggiungere il centro Sambamba, per un motivo economico e per una questione fisica, non riuscendo a salire sul daladala.

Ogni settimana, per tre pomeriggi dopo la scuola, si ferma sulla strada ed entra nello stanzino che la chiesa ci ha donato per le attività e insieme all’operatrice fa terapia. Mensilmente viene seguita anche dai nostri specialisti, il fisioterapista e il terapista occupazionale che aggiustano o modificano gli esercizi in base all’andamento. Queste due figure sono di estrema importanza per riuscire ad offrire ai bambini una terapia adeguata e a 360°.

I pomeriggi che Rose passa al Focal Point sono  per lei fondamentali! Si impegna ogni volta a venire da sola, purtroppo i nonni non l’accompagnano, per seguire la terapia e socializzare con altri ragazzi. Questi ultimi, inoltre, l’accompagnano per la strada, aiutandola a superare eventuali buche o difficoltà, infatti Rose abita in un villaggio lontano dal Focal Point e la strada da fare ogni volta richiede un grande sforzo.

Martina Furlan Volontaria in servizio civile in Tanzania (2017/2018)

foto di Martina Furlan volontaria in servizio civile Africa

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