Articolo di Agnese Ceccarelli volontaria in servizio civile (Tanzania)
Esistono persone con una forza incredibile. Per esempio mama Grace. Si, questo è il suo nome perché le mamme, qui, prendono il nome dell’ultimo figlio. E Grace è la sua ultima figlia.
Grace è una bimba di tre anni con un grave ritardo motorio e cognitivo. La sua sorella maggiore si chiama Lecho. Lecho ha otto anni ed è autistica. Abitano vicino al focal point di kibwabwa che frequentano regolarmente da qualche anno. Entrambe non sono autonome nelle attività quotidiane. Per questo mama Grace inizia presto a cucinare il pranzo per poter avere il tempo di imboccare entrambe prima dell’inizio delle attività al focal point. Poi le lava, le sistema con vestiti puliti e se le carica in spalla; una dietro sulla schiena e una sulle spalle.
Mama Grace crede nella riabilitazione che ricevono tramite le attività cognitive e motorie che sono frutto di un lavoro attento di operatrici e dottori professionisti assunti dall’Africa Chiama. Mama Lecho c’è, interessata, coinvolta, sorridente.
Il focal point di kibwabwa è aperto tre volte a settimana e mama Grace non manca mai. Non si vergogna di avere delle figlie disabili ma al contrario lei si prende cura di loro con amore e costanza. Non si arrende ma lotta affrontando quotidianamente la loro disabilità.
Essere disabili in Tanzania significa essere soli, non andare a scuola nella maggior parte dei casi, essere motivo di vergogna da parte di famigliari e amici e conseguentemente non inclusi nella vita sociale. Si, un’intera esistenza completamente soli. Una tragedia, una morte.
L’Africa Chiama è impegnata giornalmente per far si che questo accada sempre meno. Sensibilizzando in primo luogo genitori e fratelli e poi l’intera comunità lottando per l’inserimento scolastico, quando possibile, e proponendo attività riabilitative tramite i focal points.
È un processo lento, che richiede costanza, impegno e mille energie. Poiché pensato affinché si modelli appieno sulla comunità locale e venga da questa accolto e portato avanti senza imposizioni. C’è una parola bellissima in kiswahili “sambamba”, da qui non a caso prende il nome il nostro centro, che significa accanto, insieme.
Ecco l’Africa Chiama fa leva sulle risorse della comunità locale, stando accanto, ogni giorno. Si, noi ci siamo.
Quando inizieranno a cambiare gli occhi dei famigliari che da vergogna diventeranno di amore, i vicini di casa non avranno più paura di bussare alla porta solo perché in quella famiglia c’è un bambino disabile ma li rispetteranno e gli insegnanti li coinvolgeranno ed investiranno in loro, allora anche le persone con disabilità inizieranno a Vivere.
Una mamma come mama Grace è un’esempio straordinario. È grazie a Donne come lei e al vostro aiuto che l’intera comunità cresce. Grazie.
Agnese Ceccarelli volontaria servizio civile in Tanzania (2017-2018)