La fine di agosto purtroppo porta sempre con sé anche la fine delle vacanze. Sono rientrati così i nostri piccoli studenti dell’asilo nido KARIBUNI WATOTO.
Per ricominciare l’anno scolastico al meglio, insieme alle insegnanti, abbiamo iniziato a lavorare al programma educativo del nuovo anno, affinché possano essere bilanciati momenti di divertimento e di apprendimento finalizzati a sviluppare le abilità cognitive, sociali, motorie ed emotive.
Il programma è diviso per argomenti, che cambiano ogni settimana: dal cibo alle emozioni, dagli animali alle prime lettere dell’alfabeto e i numeri e altri ancora. Così i bambini imparano a conoscere la realtà che li circonda, passo dopo passo, destreggiandosi tra l’uso dell’inglese e dello swahili, entrambe lingue ufficiali del Kenya.
Le attività sono pianificate tenendo in considerazione le differenze di età dei bambini. Infatti, il Karibuni Watoto, è diviso in due classi, rispettivamente composte da 26 bambini: nella classe Simba, vi sono i bambini più grandi (3-4 anni), mentre in quella Twiga i più piccoli (tra gli 1 e i 3 anni). Per tutti sono invece riservati momenti di apprendimento di pratiche di igiene quotidiane, come lavarsi i denti e le mani.
Il team di figure che si dedica a loro non è compreso solo dalle quattro maestre Beatriz, Monicah, Susan e Margaret, ma anche dalle cuoche, Monicah, Catherine e Winnie e dalle addette alle pulizie Irene, Peninah, Jackeline e Mary. Questo perché solo un approccio olistico nella cura del bambino, soprattutto nella prima infanzia, permette di contribuire alla sua crescita.
Questo asilo, collocato nel centro Shalom che si trova in prossimità della baraccopoli di Soweto, ha però un’altra funzione e cioè quella di offrire a queste famiglie un’ulteriore opportunità: quella di potersi recare a lavorare lasciando il proprio figlio in un posto sicuro. Il territorio in cui sorge questa baraccopoli è infatti sprovvisto di servizi educativi-assistenziali e sanitari adeguati e, anche quando presenti, non sono economicamente accessibili per queste famiglie.
I bambini così corrono maggiori rischi, in termini di protezione, essendo lasciato spesso a se stessi o chiusi in casa quando molto piccoli. La quota di partecipazione per l’asilo è stata quindi stabilita di proposito come una cifra accessibile per questi genitori, con un significato ben preciso: l’educazione e la cura dei propri figli comporta sempre responsabilità e impegno. L’Africa Chiama cerca di accompagnarli lungo questo percorso.
Diletta Caruso, volontaria in servizio civile in Kenya (2017/2018)