Articolo di Anita volontaria in servizio civile (Zambia)
A fine maggio e’ iniziata una nuova fase del progetto finanziato da Tavola Valdese. L’ obbiettivo e’ quello di promuovere la cultura di una buona nutrizione e una buona igiene nella comunita di Kayama per prevenire le disabilita’.
In collaborazione con Reaching Hands Zambia, un’associazione zambiana che si occupa proprio di queste tematiche, abbiamo deciso di coinvolgere cliniche sanitarie e scuole nella campagna.
Sono state formate 6 volontarie della comunità di Kanyama affinché diventassero la voce, gli occhi e il cuore di Africa Chiama presso la comunità.
Le sei volontarie sono mamme e nonne che hanno conosciuto L’Africa Chiama tempo fa partecipando ai programmi e servizi offerti per i loro figli e nipoti con disabilità. C’e’ Belinda una donna piccola e robusta che ha fondato assieme ad altre mamme che hanno figli con disabilita’ una cooperativa di polli grazie a un progetto di microcredito sostenuto da l’Africa Chiama. Poi c’e’ Faggie che da anni rende disponibile la sua casa per far incontrare le mamme con i bambini per ricevere fisioterapia dai nostri fisioterapisti. Bukolo, che al primo giorno del corso di formazione si e’ premurata di avvisarci che cucina le migliori samosa del circondario (deliziosi triangoli di pasta fritta ripieni di patate o di carne). Gertrude, con un viso tondo e dolce. E infine, Elizabeth e Anna, le due nonne che nonostante i lori anni si sono mostrate piene di energia.
Oltre al corso di formazione che ha occupato le volontarie per 5 giorni, durante il quale hanno approfondito le cause delle disabilità e tutte le tematiche a queste correlate come la nutrizione e l’igiene, ci siamo recati in 5 scuole, tra cui la Scuola Shalom, per incontrare studenti e studentesse.
La prima scuola che abbiamo incontrato e’ la Kalundu School. Appena entrati la vicepreside ci ha accolti e ci ha fatto accomodare all’aperto su enormi blocchi di cemento all’ombra di enormi alberi. Dopo alcuni minuti sono arrivati i ragazzi e la ragazze. Circa 150. Si sono seduti rumorosamente, ma quando abbiamo preso in mano il microfono per iniziare subito e’ caduto il silenzio.
Ci siamo presentati e l’incontro e’ iniziato. Abbiamo parlato di nutrizione, malnutrizione, igiene personale e igiene ambientale. I ragazzi si sono mostrati interessanti rispondendo alle domande che facevamo loro e ponendo altrettante domande. Quanto far bollire l’acqua affinche’ si possa considerare purificata, se e’ sufficiente lavarsi le mani col sapone in caso di epidemia di colera, le conseguenze di una dieta piena di zuccheri e sale.
Al termine dell’incontro e’ arrivato il momento di piantare gli alberi che abbiamo donato loro: un mango, un avocado e una papaya, come simbolo di un futuro ricco di frutti non solo materiali ma anche di speranza che il tempo passato insieme possa costituire un importante punto di partenza per buone abitudini quotidiane.
Anita Romagnoli, volontaria in Africa (servizio civile in Zambia)
SERVIZIO CIVILE CON L’AFRICA CHIAMA