Titolo del progetto: TUTTI INSIEME. RIABILITAZIONE SU BASE COMUNITARIA ALLA PERIFERIA DI LUSAKA.
Referente in loco: Mariangela Tarasco
Paese: Lusaka, Zambia
Beneficiari: 300 bambini con disabilità
Avvio: Novembre 2019
Durata: 12 mesi
L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni di vita dei bambini disabili residenti nell’area di Kanyama, periferia di Lusaka (Zambia). Il progetto si prefigge: di innalzare il numero di bambini disabili che hanno accesso a servizi di riabilitazione su base comunitaria, di favorire la partecipazione da parte delle famiglie con bambini disabili e prevenire nuovi casi di disabilità.
1) PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE SU BASE COMUNITARIA
Il metodo che verrà adottato in questo progetto è un approccio CBR, ove l’attuazione del progetto avviene tentando di coinvolgere le persone con disabilità, le loro famiglie e le comunità stessa. Le famiglie dei bambini con disabilità costituiranno un’importante bacino di informazioni riguardo alla storia clinica degli stessi ed il loro coinvolgimento attivo, essenziale per il buon esito della terapia, perché solo se il genitore si sente coinvolto l’attività di assistenza domiciliare può dare i suoi frutti.
1.1 Formazione di operatori locali
1.2 Individuazione dei beneficiari
1.3 Identificazione degli spazi ed allestimento
1.4 Avvio del servizio di riabilitazione su base comunitaria
- 2. Formazione dei genitori dei bambini disabili
Il modulo formativo rivolto ai genitori di cui sopra si concentrerà sulla cura del bambino disabile attraverso la conoscenza approfondita delle diverse tipologie di disabilità, l’apprendimento di semplici attività riabilitative motorie, fisiche e sensoriali ed infine alcune nozioni riguardo le regole igienico sanitarie e di educazione alimentare.
- 3. Campagna di prevenzione alla disabilità
Gran parte dei casi di disabilità presenti nell’area di intervento sono causati da difficoltà o malattie affrontate durante la gravidanza, il parto e i primi 2 anni di vita del bambino, quindi prevenibili grazie ad una corretta in-formazione.
Il progetto è realizzato con i fondi otto per mille della Chiesa Valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi).
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