Articolo di Sarah volontaria in servizio civile in Tanzania
Vivere in un paese con un clima completamente diverso dal tuo paese di origine ti porta a perdere un po’ la cognizione del tempo, non ti accorgi dei mesi che passano e non riesci più a riconoscere i periodi dell’anno con chiarezza.
Agosto, che nel tuo immaginario è il mese più caldo dell’anno, lo passi con la giacca a vento e due coperte sul letto, dicembre che hai sempre associato al freddo, alla montagna e alla neve, lo passi alternando le maniche corte al k-way e cercando di fare l’equilibrista sul fango per evitare di scivolare nelle pozzanghere che costellano la strada. Le stagioni qui perdono il loro nome e la loro connotazione, ma c’è una cosa che qui scandisce il tempo e la vita: la pioggia.
Con dicembre, l’inizio “ufficiale” della stagione della pioggia, la quotidianità della maggior parte delle persone in Tanzania cambia e tutto viene incentrato sulla “shamba”, i campi, dove le famiglie con le primissime piogge iniziano a preparare il terreno zappandolo per poi iniziare a seminare il mais, elemento fondamentale nell’alimentazione tanzaniana dalla quale si ricava la farina per preparare l’ugali. Con la pioggia cambia il paesaggio che da giallo arido in pochi giorni diventa di un verde rigoglioso, cambiano le strade che diventano fangose e scivolose, fino a trasformarsi in dei veri e propri torrenti e cambiano le presenze ai nostri focal point che diminuiscono perché la maggior parte dei genitori è occupata tutto il giorno nei campi.
La pioggia è attesa con trepidazione ed ha una grandissima importanza fino al momento della raccolta del mais. Una stagione delle piogge troppo corta, come quella dell’anno scorso, può bruciare il raccolto e compromettere irreparabilmente la situazione economica e alimentare di moltissime famiglie.
Qui il cambiamento climatico non è solo un titolo di giornale o una notizia in TV, e spesso non è nemmeno un vero argomento di conversazione in quanto chi ne soffre di più e in modo più immediato non associa una stagione delle piogge scarsa ad un problema globale, ma più facilmente lo riconduce ad un volere di Dio.
Ma questo grande tema, ormai affrontato a livello internazionale è una realtà con cui si scontra quotidianamente gran parte della popolazione.
Sarah Bastianello, volontaria in servizio civile in Tanzania
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