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IN EQUILIBRIO SU UN FILO MAGICO

Articolo di Claudia, volontaria in servizio civile in Tanzania

C’è qualcosa di magico che ti attrae in questo luogo. Qualcosa di inspiegabile, ti abbaglia e ti travolge.

Ho cercato di prendermi del tempo per cercare di capire, comprendere a fondo ciò che sto vivendo e provando ma è difficile assimilare tutto quanto in questo momento. Le sensazioni che provo sono molteplici e uniche. Mi sono guardata intorno e l’unica cosa che ho compreso per davvero è che…

questa magia deriva soprattutto dalle persone, dai loro sguardi e le loro parole, la loro accoglienza e i loro sorrisi. Ma in modo particolare ciò che emoziona di più sono i bambini, con cui ogni giorno abbiamo a che fare. L’innocenza dei loro volti fa trasparire ogni emozione che provano e che in qualche modo trasmettono a te.

Qualche giorno fa ho posato la mano sul petto di una bambina e ho sentito il suo cuore battere; mentre l’operatrice cercava di farle fare gli esercizi sentivo che il battito accelerava sempre di più e il suo viso si contorceva e le lacrime piano piano scendevano rigandogli le guance. È stato come se potessi percepire tutte le emozioni che provava stando vicino a lei, il dolore e la fatica di quei movimenti, e di conseguenza come se potesse trasmettermi quelle emozioni.

D’improvviso ciò che provava lei lo provavo anche io.

Oggi invece era il viso di una bambina che mi ha riempito il cuore di gioia, sono stati i suoi occhi sbarrati e il suo sguardo perso quando per la prima volta nella sua vita riusciva a reggersi sui propri piedi da sola, senza sostegni, anche se solo per qualche secondo. Ciò che provava era qualcosa di inspiegabile, spavento per una stabilità mai vissuta prima, che solo con il tempo riconoscerà come progresso. Solo con il tempo capirà che tutti quegli esercizi che l’hanno fatta piangere in un primo momento sono stati il suo successo.

L’amore poi che ogni giorno le mamme ripongono nei loro bambini, in ogni attimo del loro percorso, mi fa provare grande stima. Ci sono mamme che finiti gli esercizi li tengono tra le loro braccia e li allattano, ci sono quelle che anche in piccoli gesti quotidiani come il riposo fanno attenzione alla loro postura. E poi tutte sono al fianco del proprio figlio per sostenerlo e incoraggiarlo a resistere, a tenere duro, che la speranza non svanisce mai ma si alimenta soltanto.

Ma come si fa a spiegare tutto questo? Anche soltanto tentare di spiegarlo?

Perché quando tieni la mano di un bambino che inizia a stringerla con le sue dita minuscole l’anima trova pace. E quando con semplici gesti o smorfie mostrano una risata, ridi anche tu con loro perché non puoi evitarlo, perché quando mostrano quei dentini e la bocca si incurva all’insù, il mondo si apre davanti agli occhi. Lasci che ti studino, che si soffermino in piccole cose che li attraggono, perché stanno ancora scoprendo ciò che li circonda.

In modo egoistico forse, sto collezionando tanti di questi momenti che mi restituiscono pace e serenità. E sempre forse in modo egoistico, il mio percorso di studi in cooperazione che in qualche modo si volge all’aiuto per gli altri, per le persone che sono in una situazione più difficile o in condizioni umanitarie complesse, forse prima di tutto aiuta me. Mi aiuta a stare meglio, mi fa conoscere persone nuove e speciali, culture diverse e luoghi magnifici.

Perché anche il panorama è magico. La magia di queste montagne rocciose che circondano la città, queste case una attaccata all’altra e questi tetti metallici che se li guardi dall’alto riflettono la luce del sole, questo sole che ci godiamo ora per gli ultimi giorni prima che la stagione delle piogge porti l’acqua che irriga i campi circostanti e rende rigogliosa la vegetazione, che in un battito di ciglia trasforma la città.

E allora nei mesi che verranno continuerò a riempirmi il cuore di queste bellezze, e sarà un bagaglio importante e prezioso da conservare e ricordare, anche una volta rientrata a casa.

Claudia Maltrotto, volontaria in Servizio Civile Universale a Iringa

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