Quando mi hanno descritto le ricchezze naturali di un paese come lo Zambia, stentavo a credere che potessero esserci problemi di miseria e malnutrizione. Ma l’Africa è il continente dei paradossi e lo Zambia non fa certo eccezione, infatti é bastato addentrarmi tra i tetti di lamiera della baraccopoli di Kanyama o camminare sulle strade di polvere rossa delle zone rurali di Ndola per rendermi conto di quanto siano difficili le condizioni di vita della maggior parte degli zambiani.
Qui L’Africa Chiama sta cercando di dare una risposta concreta non solo con programmi nutrizionali e assistenza sanitaria ma anche attraverso un programma scolastico completo, perché l’emancipazione da una vita in baraccopoli non può prescindere dall’istruzione dei più piccoli. Nel cuore del compound di Kanyama ha costruito un vero e proprio complesso scolastico che ogni giorno distribuisce istruzione e un pasto caldo ad oltre 800 giovani dai sei ai diciott’anni.
Tutto questo grazie all’infaticabile lavoro dei tre cooperanti italiani e al prezioso aiuto di più di quaranta operatori locali tra insegnanti cuochi e infermieri. È stata istituita anche una special class per bambini disabili, un esempio di integrazione in un contesto dove la disabilità è ancora fonte di forte discriminazione, in più ai genitori di questi ragazzi è stata data l’opportunità di entrare in cooperative di lavoro realizzate dall’Africa Chiama. Tra cui un pollaio e un laboratorio tessile, per dare anche una prospettiva occupazionale a chi deve affrontare ulteriori difficoltà in una situazione già gravemente disagiata.
Ho avuto la fortuna di poter vedere di persona lo Shalom center di Kanyama, dando anche il mio piccolo aiuto nel lavoro quotidiano del centro, ma sopratutto ho avuto la fortuna di incontrare i bambini che lo frequentano e di poter trascorrere del tempo con loro. Valeva veramente la pena fare migliaia di chilometri solo per giocare una partita di pallone in un campetto polveroso con una palla di stracci, per un attimo non c’era più Kanyama con le sue baracche e suoi problemi ma solo tanti bambini festanti per un gol segnato come in ogni altra parte del mondo…per un attimo solo normalità.
Emanuele Iovenitti – volontario in Zambia (Agosto 2013)
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I video dei nostri volontari: https://www.youtube.com/watch?v=CikNEVTzNGc&index=4&list=PLD90375963AB1ACF8