ARTICOLO DI MATILDE VOLONTARIA IN SERVIZIO CIVILE (KENYA)
Quando si tratta di cercare le scuole dove poter inserire i ragazzi accolti dalla strada, uno dei problemi principali che di solito incontriamo riguarda i minori che si avvicinano ai 18 anni. A 15, 16 o 17 anni infatti anche se sei di fatto uno Street child qui, in Kenya, è molto difficile che una scuola possa offrirti un programma di riabilitazione e darti la possibilità di riscattare la tua vita. Per fortuna, se si cerca con molta attenzione, si riescono a trovare quelle poche strutture che garantiscono questo tipo di servizio.
E nel nostro caso, Mwangaza si è rivelata anche al di sopra delle aspettative: in questo centro infatti i ragazzi sono seguiti con particolare cura e pazienza da parte degli operatori non solo durante il soggiorno di sei mesi che devo svolgere lì, ma anche nella fase successiva, quella in cui devono trovare un istituto dove poter apprendere un mestiere.
Il 16 dicembre è stato il giorno delle “graduations” a Mwangaza: 9 dei nostri ragazzi hanno finalmente completato la loro riabilitazione e con Angelo e Domenico (cooperante e volontario in servizio civile) abbiamo potuto partecipare ai festeggiamenti. I ragazzi erano emozionati per questo grande traguardo e mostravano con fierezza le coccarde con la scritta “congratulations”. In un momento di scambio tra noi di Call Africa e gli street children, dopo il discorso motivatorio di Angelo riguardo agli sforzi che dovranno fare una volta a casa per cercare di non riprendere la stessa strada, i ragazzi a turno hanno espresso desideri, paure e speranze per la nuova vita che li attende.
Uno a uno, timidamente si sono alzati e con molta sincerità ci hanno resi partecipi dei buoni propositi che stavano facendo a se stessi. “Voglio avere una nuova vita”, “Non mi voglio drogare mai più”, “Se vedo gli altri drogarsi voglio aiutarli e dare il buon esempio”. La voglia di ricominciare, di darsi una seconda possibilità, nonostante tutto quello che possono aver fatto precedentemente nella loro vita è più forte dei timori e delle incertezze che sentono trovandosi di fronte a un così grande cambiamento.
Chi aveva fallito ed era caduto, si è rialzato e ci ha creduto di nuovo e noi abbiamo creduto in lui, così come la scuola, e in molti casi anche la famiglia. Non si è sentito solo, ha capito che si può sbagliare, ma che si può anche cambiare e ricominciare. E questo è lo spirito di molti dei ragazzi di strada che hanno il coraggio di riprendere in mano la propria vita e scegliere di cambiare un destino già scritto, come riporta la scritta che hanno sulle loro magliette personalizzate, “New Life Mwangaza, Nuova Vita”. Perché anche se si hanno 16 o 17 anni, non è mai troppo tardi se si vuole davvero rimettersi in gioco.
Un bella lezione di vita da parte dei nostri ragazzi. Adesso resta solo da sperare che i semi gettati diano frutto il più presto possibile.
Matilde volontaria in Servizio Civile dallo slum di Soweto (Kenya)
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