“Positive living” è un’espressione che viene comunemente usata quando si parla di persone sieropositive per descrivere l’attitudine di coloro che, pur avendo il virus, scelgono di vivere una vita serena e tranquilla, accettando il proprio stato e cercando di far fronte alle difficoltà quotidiane con una predisposizione, appunto, sempre positiva.
Questo è uno dei tanti temi che vengono affrontati durante le lezioni del PMTCT(il programma in cui ci occupiamo della prevenzione della trasmissione del virus dalla mamma al bambino) e su cui le 25 mamme che compongono il gruppo di supporto vengono spronate a riflettere. Perché, per quanto possa essere duro da accettare, le mamme devono poter imparare che è proprio nell’accettazione della propria situazione che si può trovare la forza necessaria per superare anche i più piccoli problemi della vita. Può sembrare un paradosso, eppure è quello che, piano piano e solo dopo tanti incontri, possono riuscire a raggiungere. Essere sieropositive sì, ed accettarlo senza pensieri.
E sono tante le donne che hanno già fatta proprio questo stile di vita e che, senza problemi, rivelano alle altre in che modo possono affrontare le sfide e lo stress a cui sono sottoposte non solo in quanto madri, ma soprattutto in quanto donne sieropositive. C’è chi racconta che, consapevole della dannosità dello stress per il proprio corpo, reagisce a qualunque situazione le possa capitare senza mai stressarsi; e c’è invece chi sottolinea quanto cantare e ballare costituisca un aiuto fondamentale per far fronte alle difficoltà che le affliggono.
Una delle ultime mamme inserite nel programma ha solamente 17 anni ed è addirittura nata sieropositiva: tra le varie domande del questionario che facciamo quando andiamo a visitare le madri a casa per la prima volta, ce n’è una molto personale che riguarda in che modo l’HIV causa problemi alle donne nella vita di tutti i giorni: di solito le mamme a questo punto ci raccontano degli effetti che hanno gli antiretrovirali sul loro corpo, delle angosce interne che hanno (come lo stigma nell’accettare il proprio stato), oppure le difficoltà a relazionarsi con i membri della famiglia che non vogliono accettare la loro condizione.
Questa ragazza invece ci ha guardato quasi stupita e ci ha semplicemente risposto: “Non ho nessun problema, ci sono nata con l’HIV”. Perciò, per quanto sia triste pensare che da tutta la vita questa giovane mamma debba convivere col virus, una simile risposta ci fa anche vedere quanto una predisposizione positiva verso il virus possa permettere di condurre un’esistenza serena anche (e proprio) nell’affrontare le situazioni più difficili.
Matilde Giunti, volontaria in servizio civile nello slum di Soweto (Kenya)
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