Articolo di Anita volontaria in servizio civile in Zambia
Sebbene prima di partire per lo Zambia mi era stato detto: “Procurati delle torce perché succede spesso che l’elettricità vada via anche per ore!”, non avevo ancora idea a cosa stavo andando incontro.
Il sistema energetico zambiano si basa esclusivamente sull’energia idroelettrica, in particolare sulla diga Kariba situata al Sud del paese. Non è di certo un segreto che il livello di acqua, in seguito alle scarse precipitazioni degli ultimi due anni, è sempre inferiore e non garantisce il fabbisogno energetico del paese. Non avendo nessuna conoscenza dell’ambito energetico non mi è chiaro il perché il governo non investa in altri tipi di energia come quella solare o eolica derivanti da fonti che di certo in Africa subsahariana non mancano. In ogni caso la risposta delle istituzioni in merito al problema è di certo inconsistente.
La forte siccità si è fatta sentire dall’inizio di giugno. La Zesco, la società elettrica statale zambiana, ha messo in piedi un programma per razionare l’energia elettrica togliendo per 4 ore al giorno la luce in tutto il paese. Tuttavia, col passare dei mesi la situazione non è di certo migliorata, visto che la stagione delle piogge inizia solitamente non prima di novembre.
Le ore di load shedding, ovvero di interruzione dell’energia elettrica, sono aumentate in modo sproporzionato arrivando fino a 12 ore al giorno. Ovviamente non tutte le zone sono egualmente colpite, alcuni quartieri di Lusaka hanno il privilegio di non essere mai al buio o solo qualche ora al giorno, mentre altre, solitamente quelle più povere come il compound di Kanyama, sono soggette a tagli di corrente che possono durare anche più di 48 ore.
La questione sta provocando disagi non solo nelle abitudini quotidiane della gente, sta anche portando a difficoltà economiche sempre maggiori, colpendo in particolare le fasce più vulnerabili. Si pensi a chi possiede piccoli alimentari o alle piccole aziende che non possono permettersi di comprare un generatore. Mercy, la mamma di Peter un bambino con paralisi celebrale sostenuto da L’Africa Chiama, ci ha raccontato che è molto difficile per lei riuscire a guadagnare qualcosa in questo periodo visto che la sua principale attività è quella di vendere bevande fresche al mercato che è solita refrigerare nel suo frigo di casa.
Sebbene il Ministro dell’Energia ha garantito che, seguendo il programma di 12 ore di load shedding, l’energia elettrica sarà garantita fino a fine dicembre, nella realtà lo Zambia rimane al buio in attesa delle prossime piogge.
Anita Romagnoli, volontaria in servizio civile in Zambia
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