La testimonianza di due giovani che hanno scelto la vacanza ” alternativa” in Tanzania
Anche quest’anno nel periodo estivo molti giovani hanno scelto vacanze alternative allo scopo di conoscere la realtà dei Paesi in via di sviluppo e prendere contatti con i progetti avviati dalle loro organizzazioni.
E così, alla fine di Luglio, anche noi due, Carla Aime, 31 anni, ingegnere presso la Telecom di Roma e Sauro Monnecchi, 35 anni, ragioniere, volontario in una casa di Fraternità presso Assisi, siamo partiti con destinazione Tanzania, nelle zone dove è presente 1’Associazione Papa Giovanni XXIII di don Oreste Benzi. Sentivamo un estremo desiderio di vedere, capire, ascoltare, imparare e siamo tornati con tanta voglia di sete di giustizia, di cambiare ed anche di raccontare quanto abbiamo visto e vissuto per sensibilizzare anche altri sulle condizioni drammatiche, spesso dimenticate, in cui vive gran parte della popolazione tanzaniana. La Tanzania e il settimo paese più povero del mondo. I1 reddito medio non basta a coprire i bisogni fondamentali. La malnutrizione, specialmente dei bambini, le malattie, la mancanza di cure e la scarsa istruzione costituiscono dei gravi problemi. II dilagare dell’Aids ha aggravato ulteriormente questa situazione di grande precarietà che ha il volto di tanti orfani di uno o entrambi i genitori, di ragazzi in fuga da famiglie in grave stato di disagio, di famiglie distrutte da alcoolismo e disperazione e di tantissimi bambini malati di Aids
I volontari della Papa Giovanni, presenti in Kenya, Tanzania e Zambia, devono fare i conti con questa dura realtà, nella quale stanno attuando il Progetto Rainbow: un programma di interventi umanitari su larga scala per raggiungere ed aiutare il maggior numero di bambini. Laila, responsabile della Associazione Papa Giovanni in Tanzania, afferma:” Abbiamo aperto tre Centri di Pronto Soccorso per ragazzi di strada grazie al comitato l’AFRICA CHIAMA di Fano (tel.0721/865159) che,con l’iniziativa delle Bomboniere della Solidarietà, ne sostiene il funzionamento. La concretezza di un gesto che in un momento di gioia e di festa spalanca le porte ai fratelli più poveri e più lontani è veramente un mattone di quei ponti che leniscono le sofferenze e portano un po’ di speranza” Abbiamo potuto visitare i tre Centri: nella città di Iringa Casa ” Maruha” accoglie 20 ragazzini, dai 10 ai16 anni, Casa” S. Josefu” ne accoglie 10, nel villaggio di Usokami, presso la “Casa della Carità” al momento sono accolti ben 48 minori dai 4 ai 16 anni. Quattro di loro sono arrivati al Centro, letteralmente distrutti, dopo aver viaggiato nascosti sotto un bus di linea per più di quattrocento chilometri. I ragazzi che, prima, soli e disperati, dormivano spesso all’aperto, coperti da qualche cartone, uno attaccato all’altro per proteggersi dal freddo e dai cani randagi, ora frequentano la scuola oppure lavorano nei campi o in qualche laboratorio artigianale.” La polizia- continua Laila- ormai fa riferimento ai nostri Centri per portarvi ragazzini che vengono trovati di notte, in giro per la città o a dormire tra le immondizie. I responsabili dei Centri cercano di ricostruire le storie personali dei ragazzi per arrivare possibilmente al reinserimento nelle famiglie di origine o in altre”. Dovunque bambini felici e incuriositi ci saltavano addosso e ci salutavano in coro, contenti di giocare con noi ci prendevano per mano.I1 senso di colpa nel vedere la miseria, ammassata tra baracche in lamiera, e stato forte, anche se ci hanno colpito i colori, la musica, la bellezza e la voglia di vivere. Nelle strade tanta gente arrabbiata con tutto e con tutti. -Io solo sono un bianco, con i soldi, in tasca il biglietto aereo del ritorno.
Enrico,missionario, che vive con i bambini in Casa ” S. Josefu”, riflette: ” In una situazione come questa tutti gli aiuti, dai più piccoli ai più grandi, sono indispensabili e quasi i ogni giorno segnano la linea fra la vita e la morte per tanti bambini. Grazie di cuore a quanti, con la scelta della Bomboniera della Solidarietà, in occasione di matrimoni, battesimi,cresime e comunioni, ci hanno dato e ci daranno una mano” Torniamo in Italia con una grande ricchezza dentro, con un dono che non si può tenere nascosto. Ora è il tempo di promuovere uno stile di vita che sia sostenibile affinché le risorse siano distribuite equamente e tutti abbiano il necessario per vivere.
Carla e Sauro
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