PETROLTECNICA A FAVORE DELLE FAMIGLIE DI LUSAKA
“Il viaggio, anche se di breve durata, è stato di un’intensità tale da lasciarmi una carica e una forza interiore mai provata fino ad oggi.”
APPROFONDISCI I PROGETTI A KANYAMA
Cari colleghi, carissimi amici,
come alcuni di voi sapranno, la scorsa settimana ho trascorso qualche giorno in Zambia, precisamente a Kanyama, una delle baraccopoli di Lusaka, la capitale.
Qui Petroltecnica sostiene da oltre un anno un progetto di microcredito, realizzato dalla ONG italiana L’Africachiama onlus di Fano, che prevede la concessione di un prestito a favore di 10 famiglie con bambini disabili finalizzato all’avviamento di un’attività commerciale, con la contemporanea garanzia di un’assistenza parallela per far fronte alle necessità quotidiane (supporto nutrizionale, sanitario e scolastico).
Il viaggio, anche se di breve durata, è stato di un’intensità tale da lasciarmi una carica e una forza interiore mai provata fino ad oggi.
Insieme a me sono partiti dall’Italia Italo Nannini, presidente e anima dell’Associazione L’Africachiama, e 2 rappresentanti dell’Amministrazione Comunale di Fano, presenti per la posa della prima pietra di un nuovo edificio (il centro polifunzionale Shalom Social Centre) nell’ambito del progetto “Keeping Hope Alive”, che comprenderà una scuola elementare per 300 bambini, una sala di fisioterapia, un poliambulatorio ed una sala polivalente, nello stesso terreno a fianco della Casa Shalom, ultimata lo scorso maggio.
Grazie al dettagliato programma di incontri predisposto da Simona, responsabile del Centro, ogni giorno è stato un susseguirsi di emozioni forti, momenti di riflessione, grande gioia alternata a profonda commozione, felicità ed entusiasmo per un progetto, quello del microcredito, che ho scoperto incredibilmente ben fatto e gestito. Ho pranzato insieme all’ambasciatore italiano e al Nunzio Apostolico in Zambia, ho incontrato il sindaco di Lusaka e un membro del parlamento zambiano: da loro ho capito che la macropolitica e la macroeconomia ragionano con numeri poco aderenti alla realtà vera che si può trovare in una baraccopoli. Di contro, rimanendo per 5 giorni al fianco di Italo Nannini, riservato e umile, ne ho compreso profondamente la grandezza del carattere e la lungimiranza dei progetti, una vera e propria sfida per il passaggio definitivo dalla logica dell’assistenza a quella della cooperazione internazionale, del sostegno per l’autonomia, della responsabilizzazione di chi un giorno dovrebbe poter fare a meno del nostro aiuto.
Ho capito cosa si intende quando si dice che il futuro è delle e nelle donne, scoprendone una volta di più la loro forza. Sono donne incredibilmente forti Simona e Antonella che, tra mille avversità e difficoltà (allagamenti, disponibilità di luce e acqua per poche ore al giorno, …), hanno guadagnato, in meno di un anno, la fiducia degli abitanti di Kanyama, per i quali rappresentano un sicuro punto di riferimento. Sono donne straordinarie le mamme dei bambini disabili, che hanno deciso di sottrarre i propri figli al frequente destino di vittime dell’ignoranza prima ancora che dei propri mali, quando la vergogna li tiene segregati lontani dagli occhi indiscreti dei vicini, spesso abbandonati e gettati in un angolo buio.
Ho personalmente incontrato queste mamme e i loro bambini, disabili fisici e psichici, ai quali generalmente il parto o la degenerazione di una malattia, che la miseria e l’ignoranza non riescono a “riconoscere”, ha compromesso alcune funzioni e capacità ma non ha affatto intaccato la forza di volontà e la voglia di vivere che hanno dentro.
Ho personalmente verificato, con enorme gioia e soddisfazione, che il “nostro” progetto di microcredito sta raggiungendo risultati che vanno ben oltre le mie più ottimistiche speranze: durante l’incontro che ho avuto con i responsabili del progetto, 4 ragazzi zambiani eccezionali (Joe, Sidney, Daniel e Martina), tutti mi hanno profondamente stupito per la fiducia e convinzione nel lavoro che stanno svolgendo, per l’entusiasmo che ci mettono e la chiarezza delle loro idee. L’efficacia della loro opera di costante formazione “on field” a Kanyama, casa per casa, famiglia per famiglia, non mi ha lasciato dubbi quando, intervistate da me, 2 donne tra quelle beneficiarie del prestito hanno saputo rispondere prontamente, con precisione e fierezza, alle mie curiosità sulla nuova attività commerciale avviata e sul lavoro dei nostri operatori.
Infine ho trascorso ore stupende insieme ai bambini di Kanyama, (Kelvin, Maicon, Misu e tutti gli altri). Sembra scontato dirlo, ma porterò per sempre nel mio cuore il loro sorriso, i loro occhioni neri, la loro ricerca di affetto che li portava istintivamente, durante il gioco o le passeggiate per il compound o semplicemente stando seduti sui gradini di Casa Shalom, a prendermi per mano, abbracciarmi, accarezzami, salirmi in braccio o sulle spalle. Come ha scritto molto bene Giorgia, volontaria a Kanyama per un mese lo scorso agosto, “loro sono la speranza, il futuro, il mal d’Africa. Sono più di quello che le mie parole riescono a descrivere, molto di più. Le impronte delle manine sporche sulle mie maglie sono qualcosa che ancora cerco e che trovo non più nella stoffa ma dentro di me”.
Queste in breve le mie sensazioni, le mie emozioni , la mia esperienza. Sarò sempre grato a Petroltecnica per avermi dato l’opportunità di viverla.
Michele Peroni Ingegnere di PETROLTECNICA Spa