INTERVISTA A GYDION, FISIOTERAPISTA A LUSAKA (ZAMBIA)
Gydion è impiegato da Luglio 2010 presso il Centro Shalom di L’Africa Chiama
COME HAI SCELTO DI FARE IL FISIOTERAPISTA?
Fare il fisioterapista è un lavoro molto stimolante. Vedo molti bambini, con disabilità diverse. Amo il mio lavoro, ho sempre voluto lavorare con i bambini.
Mia cognata è una fisioterapista. Sono stato ispirato da lei nella scelta del lavoro. Ho avuto la possibilità di andare nell’ospedale dove lavora e vedere quello che fa. Così quando stavo frequentando l’ultimo anno delle scuole superiori ho deciso di studiare fisioterapia.
Mi piace comunicare con le persone, interagire con loro. Il mio lavoro ha anche questo aspetto, devo parlare con i miei pazienti, sapere quali sono i problemi che devono affrontare. Questo è un altro motivo per cui mi piace così tanto essere un fisioterapista.
COME HAI COMINCIATO A LAVORARE CON AFRICA CALL ORGANISATION?
Conoscevo il fisioterapista che lavorava qui prima di me. Quando ha lasciato il lavoro mi ha chiesto se poteva interessarmi questo posto. Prima di lavorare qui ero in un ospedale missionario, ma quando ho ricevuto questa proposta ho cambiato subito tutti i miei piani, perché volevo davvero lavorare con i bambini. Ho lasciato il mio vecchio lavoro da un giorno all’altro e ho cominciato qui.
QUALI SONO LE DIFFICOLTA’ CHE DEVI AFFRONTARE NEL TUO LAVORO?
Sono molte. A volte i bambini da seguire sono tanti, magari 6 o 7 tutti insieme e ognuno di loro ha bisogno di sufficiente attenzione. Ma uso delle strategie e cerco di aggiustare i vari turni al meglio. Poi c’è la collaborazione con le altre istituzioni: per trattare i bambini c’è bisogno di un approccio olistico, quindi dobbiamo lavorare per sviluppare questo tipo di cooperazione.
QUALI SONO LE COSE CHE AMI DI PIU’ NEL TUO LAVORO?
Mi piace essere sempre impegnato. Amo trattare i bambini, e questo è tutto. Mi piace anche interagire con i genitori, sapere come vanno i bambini anche a casa, non solo qui al centro. Voglio tutto il meglio da quello che faccio.
QUALI PENSI SIA LA SITUAZIONE RISPETTO ALLA DISABILITA’ IN ZAMBIA?
Guardando ai libri che ho studiato, la riabilitazione qui in Zambia è diversa da quella nei paesi occidentali. Là ci sono molte più attrezzature. Qui la maggior parte delle persone non sono consapevoli della disabilità, a volte si rendono conto che il proprio bambino ha un problema di questo tipo quando ormai è troppo tardi per fare qualcosa. Ma con i miglioramenti portati dal governo e dai settori privati le persone ora sono maggiormente consapevoli. A volte mi capita di camminare qui nel compound e di essere fermato da qualcuno che mi dice “abbiamo un figlio disabile, lo porteremo al centro”. Questo è un segno che le persone stanno acquisendo maggior consapevolezza. Alcuni anni fa non si sapeva nulla rispetto alla disabilità, quando qualcuno vedeva un disabile in giro rideva di lui. Ora c’è maggiore accettazione.
QUALI PENSI SIANO I PROBLEMI CHE DEVE AFFRONTARE UN DISABILE IN ZAMBIA?
C’è ancora molta discriminazione nei loro confronti. A volte durante le visite che facciamo sul campo, nelle case, troviamo bambini che vengono tenuti nelle loro abitazioni. Sono “negati” socialmente. Le persone pensano che siano vittime della stregoneria, non sanno cosa sia la disabilità. In alcuni casi succede per via dell’ignoranza.
Altri problemi riguardano ad esempio gli impianti sanitari: nelle case non vengono fatte modifiche alle strutture in accordo alla situazione dei disabili, per cui non riescono ad andare in bagno o a lavarsi da soli.
A volte viene anche negata loro l’educazione: quando le persone vedono che non riescono a parlare o a camminare pensano che non meritino di andare a scuola.
In parte è un fallimento del governo il non riuscire a far rispettare i diritti delle persone con problemi fisici. Non ho mai visto un disabile prendere un autobus. A queste persone vengono negati i diritti e per questo non possono dare il proprio contributo alla società.
La carenza di centri per la riabilitazione è un altro aspetto che rende più gravi le disabilità.
C’E’ QUALCOSA CHE VORRESTI DIRE ALLE PERSONE IN ITALIA?
Vorrei ringraziarle per quello che stanno facendo qui. Stanno aiutando molte vite. Senza di loro tante persone in questa zona non avrebbero accesso alla fisioterapia e alla scuola. Devono continuare così. Speriamo e siamo convinti che questo progetto non debba concludersi ma debba andare avanti nel tempo.
Tanti auguri di Buon Natale e di Buon Anno!