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Testimonianza di Anita Manti – 2007

Lettere di Anita di ritorno dal Kenya

 

Ferragosto a Soweto
Quest’anno ho deciso di trascorrere le mie ferie estive in Kenya, destinazione Soweto, una baraccopoli di circa 8 mila persone alla periferia di Nairobi.

Vivere a Soweto, cosi come nelle altre 100 baraccopoli di Nairobi, non è facile. La gente vive alla giornata, di lavori sporadici, chi vende le banane, chi lava panni, chi cuoce e vende le pannocchie per strada, piccoli lavori insomma che permettono loro di guadagnare qualche scellino per mangiare.

Cammini per le strade di Soweto, tutto fango quando piove, e vedi bambini che giocano a calcio o saltano la corda a piedi nudi e le bambine di circa 5-6 anni che vanno a prendere all’asilo i fratellini di due anni. Ti vedono da lontano, ti corrono incontro, sperando in una caramella o in un biscotto. All’inizio sei per loro MUSUNGU (uomo bianco) poi ti chiedono What’s your name? E cosi dopo qualche giorno senti chiamare il tuo nome da ogni angolo e baracca. E’ una sensazione strana e bellissima, è in quei momenti che ho iniziato a realizzare la mia presenza a Soweto. Anche gli adulti che incontri per strada sono cordialissimi, ti salutano e se gli chiedi come va, di sicuro ti rispondono MSURI, che in Swahili vuol dire “tutto bene”! E mi chiedo come sia possibile…..

Non hanno elettricità, non hanno acqua in casa, quando piove sguazzano nel fango però vivono con dignità nelle loro baracche tenute pulite e in ordine e sorridono sempre.

Ho trascorso 18 giorni a Soweto, e in questo periodo, seppur breve, ho avuto modo di conoscere alcune famiglie. Accompagnata dalla maestra dell’asilo, sono andata a far visita alle famiglie dei bambini sostenuti dal “progetto asilo” e ho conosciuto le loro mamme e i fratellini. Ho parlato con loro cercando di capire come vivono, se lavorano e se i bimbi frequentano la scuola. Ho cosi avuto la possibilità di constatare di persona la realizzazione dei progetti e di come seriamente vengono portati avanti dai responsabili e dai volontari. Ho inoltre intervistato le mamma del “progetto PMTCT” (Preventing Mother-To-Child-Transmission), il progetto che si occupa delle mamme sieropositive e della cura dei loro bambini affinché non venga trasmessa loro la malattia. I bambini vengono seguiti e monitorati dalla nascita fino ai primi anni di vita. Molte donne sostenute da progetto a loro volta collaborano e aiutano altre donne e bambini in difficoltà. Tutte, nonostante la malattia e la povertà, ti accolgono con cordialità e ospitalità nelle loro baracche.

18 giorni sono pochi per capire, ma probabilmente non basterebbero nemmeno alcuni mesi; sono però sufficienti a farti pensare. E’ stata una esperienza di condivisione molto forte, il ritorno alla “vita normale” non è facile, sento ancora il suono dei tamburi la sera, l’odore forte delle latrine, il colore rosso della terra e vedo sempre i mille sorrisi dei bambini per strada, che chissà mai se un giorno rivedrò. Questo è stato il mio ferragosto in Africa. Un ringraziamento doveroso e sincero all’associazione L’Africa Chiama che mi ha dato la possibilità di vivere questa esperienza e di fare delle ferie estive davvero indimenticabili.

Anita Manti – Baraccopoli di Soweto – Kenya – Agosto 2007

 

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