Skip links

Agosto 2007 Francesco

UN’ ESPERIENZA CHE CI HA CAMBIATO LA VITA

Tre giovani fanesi, volontari dell’associazione l’Africa Chiama, che hanno trascorso un mese in Kenya

Siamo appena ritornati dal Kenya, dalla baraccopoli di Soweto, alla periferia di Nairobi: è stata una sensazione stranissima risvegliarsi nel proprio letto a casa nostra, fare colazione circondato da cibi di ogni tipo e uscire di casa passando per una porta che non è fatta di lamiera arrugginita con un grande catenaccio!

Pensare che il giorno prima al risveglio, uscendo da “Baba Yetu” “Padre Nostro” (la baracca dove siamo stati ospitati dai Missionari della Papa Giovanni XXIII) vedevamo tante donne che aspettavano di essere chiamate per poter guadagnare qualcosa lavando i vestiti, donne più o meno premurose che portavano sulla schiena il proprio figlio ed eravamo circondati da bellissimi bambini che ti assalivano cercando un abbraccio, una carezza e ti facevano subito provare varie emozioni.

Nei primi giorni in cui siamo arrivati, non sapevamo come comportarci nè con le persone del luogo né con gli altri volontari, per non passare da persone occidentali che molte volte si credono superiori. Siamo stati colpiti ininterrottamente da volti, storie e realtà che magari avevamo più volte visto attraverso i mass-media, ma che viverli sulla propria pelle aiutano a capire meglio la drammatica condizione in cui vivono milioni di persone in Africa.

Un mese in realtà è molto poco per sentirsi utile a livello di aiuto pratico, ma è sufficiente per capire, guardando attraverso i propri occhi e non quelli della televisione, quanto sia difficile poter vivere in quelle condizioni, vivere in piccole baracche costruite in legno e lamiera, con un letto, per chi ce l’ha, senza niente se non qualche padella sporca dove cucinare, buttata lì per terra!

Lì ci sono volontari e caschi bianchi, persone fantastiche che tentano di fare molto con le loro iniziative e con le loro forze per portare il loro aiuto, magari anche in piccole cose, come dare un po’di istruzione ai ragazzi di strada o farli giocare, ma già sapere che questi ragazzi hanno un pasto al giorno e sono seguiti e che comunque non passano il tempo a rubare nei dintorni di Soweto, ti fa capire che l’aiuto non è sprecato.

Soweto è una piccola baraccopoli (circa 9 mila abitanti) rispetto ad altre molto più grandi, come Korogocho o Kibera, dove, grazie agli interventi dell’associazione L’Africa Chiama di Fano, molto è stato fatto e abbiamo visto 60 bimbi che vanno all’asilo nido, 900 bambini che mangiano tutti i giorni alle tre mense scolastiche, 50 ragazzi di strada accolti, 250 orfani denutriti del centro nutrizionale, 30 mamme sieropositive che vengono curate.

Dobbiamo assolutamente ringraziare l’organizzazione L’Africa Chiama onlus (0721 865159) per averci dato la possibilità di vivere questa stupenda esperienza e speriamo che molte altre persone abbiano la stessa possibilità per constatare la grande voglia di lottare e di vivere di questa gente, piena di splendida umanità.

Di sicuro noi ci impegneremo a fare qualcosa nel nostro piccolo, ma la nostra speranza è soprattutto quella di far capire alle persone qui in Italia che vivono intorno a noi l’urgenza di cambiare stile di vita per la costruzione di un mondo più giusto e più solidale.

Una cosa bellissima ci ha detto Gianpaolo, un casco bianco che vive lì a Baba Yetu, “La mia paura è quella di dimenticare o di far finta di non aver visto”. Secondo noi quest’esperienza è come una cicatrice, puoi far finta di non averla, ma ti seguirà per tutta la vita!.

Ed è proprio quello che speriamo!

Francesco, Alessandro, Barbara

CLICCA QUI, maggiori informazioni sul volontariato in Africa!
CLICCA QUI, per leggere le altre testimonianze dei volontari in Africa!

I video dei nostri volontari in Africa: https://www.youtube.com/watch?v=rxjTz3n-ft8&index=1&list=PLD90375963AB1ACF8

This website uses cookies to improve your web experience.