ARTICOLO DI ELISA VOLONTARIA IN SERVIZIO CIVILE (TANZANIA)
Il periodo appena trascorso, quello delle elezioni politiche in Tanzania, è stato segnato non solo da violenze e brogli, ma anche da un fenomeno che va avanti da decenni: la persecuzione degli albini.
L’albinismo può essere definito come un’anomalia genetica, caratterizzata da una riduzione o un’assenza congenita della melanina nella cute, nella pelle, negli occhi e nei capelli.
La Tanzania è il Paese al Mondo con la maggior incidenza di persone con albinismo. Se a livello mondiale si stima che sia affetta una persona su ventimila, in Tanzania l’incidenza è molto più elevata: una ogni 1.400.
Durante le elezioni il numero di violenze nei confronti di queste persone è aumentato notevolmente. La causa è riconducibile alla credenza diffusa che il sangue e le parti del corpo degli albini siano potenti talismani capaci di portare fortuna e, quindi, usate nei riti di stregoneria tribale.
In alcune zone, infatti, c’è chi pensa che ingerire pozioni contenenti parti del corpo degli albini possa portare ricchezza.
I costi di questi “talismani” sono molto spesso proibitivi per gran parte della popolazione, questo dimostra che non sono solo la povertà e l’ignoranza a indurre le persone a rifugiarsi nella superstizione: spesso, infatti, i clienti degli stregoni sono persone ricche e benestanti.
Tra le credenze diffuse c’è anche quella secondo cui avere rapporti sessuali con una persona albina possa guarire l’Aids. Per questo motivo le donne albine sono spesso vittime di stupri.
Persecuzioni e violenze non sono i soli ostacoli che si trova ad affrontare un albino nato in Tanzania: la principale causa di morte, come in altri Paesi, rimane il cancro alla pelle. Secondo uno studio condotto a Dar Es Salaam si è scoperto che meno del 10% degli albini arriva ai 30 anni e solo il 2% supera i 40.
Mentre l’assistenza medica sta lentamente migliorando, alcuni operatori sanitari sono ancora influenzati dalla superstizione e hanno paura a toccarli o restano totalmente indifferenti nei loro confronti.
Il CENTRO SAMBAMBA de L’Africa Chiama accoglie da 4 anni un bambino albino, Luca, che oltre a ricevere mensilmente delle creme per la protezione della pelle, ha l’occasione di interagire con gli altri bambini, stimolando così l’inclusione sociale.
Elisa Caiterzi volontaria in servizio civile (Tanzania)
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