Articolo di Lara volontaria in servizio civile in Zambia.
Eccomi arrivata in Zambia, pronta ad iniziare l’ anno di servizio civile presso il Shalom Community School nel cuore di Kanyama, uno dei compound più poveri di Lusaka, capitale dello Zambia.
In queste prime settimane io ed Anita, la mia compagna in questa avventura, abbiamo partecipato ad una preziosa formazione specifica organizzata da Africa Call Zambia, partner locale de L’Africa Chiama, che ci ha permesso di inquadrare meglio il contesto di cui ora facciamo parte.
Le varie sessioni hanno previsto anche formatori esterni al centro, come Thomas Mtonga, un carismatico professore dell’Università dello Zambia.
Mr Mtonga e’ il direttore del dipartimento di Special Education e ci ha aiutate a comprendere meglio il tema molto delicato e complesso della disabilità in Zambia, sia da un punto di vista legislativo, che più culturale.
Thomas ci ha raccontato la sua storia, una forte testimonianza di quanto disabilità e povertà, soprattutto in paesi come lo Zambia, siano legate tra loro.
Thomas infatti conduce una infanzia del tutto normale e gode di buona salute fino all’età di 10 anni, quando contrae il morbillo, malattia prevenibile e curabile solamente se possiedi le risorse e le opportunità giuste. La sua famiglia è povera e l’ospedale più vicino rimane comunque troppo distante ed arrivarci è troppo costoso. Così Thomas, non ricevendo le cure necessarie, perde totalmente la vista.
Mr Mtonga, come tutti gli altri disabili di questo paese, ha dovuto lottare ogni giorno con le sue sole forze per ritrovare la sua dignità di persona negata dalle credenze, miti e leggende che questo paese mantiene nei confronti delle persone disabili e che faticano a trovare nelle spiegazioni medico-scientifiche, uno stimolo al cambiamento di percezione verso la disabilità.
A livello legislativo il governo dello Zambia ha firmato nel 2007 la Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità delle Nazione Unite, ma trova ancora difficoltà nell’attuare leggi nazionali che portino veri cambiamenti ed aiuti concreti per tali persone.
Ecco che rimane facile, ma non accettabile, capire come sia possibile che il 90% dei disabili zambiani viva in povertà.
E’ in questo scenario che lo Shalom Center, con le sue quattro classi speciali con diverse disabilità, e le sue campagne di sensibilizzazione dal motto “Breaking the Stigma on Disability”, diventa punto di riferimento e speranza per un possibile cambiamento.
Lara Leonardi, volontaria in servizio civile in Zambia