Skip links

ESSERE UN EDUCATORE DE L’AFRICA CHIAMA

Essere un educatore dell’Africa Chiama prevede innanzitutto la realizzazione di laboratori scolastici nelle scuole Elementari, Medie e Superiori di Fano e di Comuni limitrofi. I percorsi sono stati ideati da noi giovani in Servizio Civile presso l’associazione ed essenzialmente sono volti ad alimentare l’interesse degli studenti verso contesti meno studiati, come il continente africano (usi e costumi, differenze culturali e somiglianze relazionali, problematicità che lo attanagliano, ecc.) o verso tematiche di attualità complesse come la geopolitica presente, i principali flussi migratori verso l’Europa, l’accoglienza in Italia, ecc. 

Circa un mese fa, mentre realizzavamo il laboratorio “Storie di viaggi” sul tema dell’immigrazione nelle classi terze medie dell’istituto comprensivo “M. Nuti” di Fano, i ragazzi immigrati ospiti nel centro di accoglienza di Belgatto hanno tenuto un incontro parlando del loro viaggio, della storia che li ha portati fin qui. Alla loro domanda “Che cosa pensate di noi quando ci incontrate per strada?”, una ragazza della scuola ha risposto “Se vi avessi incontrato per strada prima di conoscervi qui oggi, non avrei mai immaginato tutto questo, avrei pensato che siete semplicemente persone che non hanno voglia di lavorare, ma ora che vi ho conosciuto ho cambiato idea, ho capito quanto avete sofferto. E mi siete simpatici.”
Essere un educatore dell’Africa Chiama è questo. E’ sentirsi parte di qualcosa, di un percoincontro con i ragazzi delle scuole medierso il cui risultato non è mai a senso unico, ma bidirezionale.

Le nostre non sono lezioni accademiche recitate di fronte agli studenti, un agglomerato di informazioni date a caso tra le tante. Il nostro intento è in realtà quello di portare sensibilità nella mente e nei cuori dei bambini e dei ragazzi, dando loro un motivo per ripensare alle nostre parole una volta a casa, fuori dal contesto scolastico. E’ tentare di tirare fuori, di far emergere le loro opinioni, guidandole verso un pensiero autonomo, non influenzato dalla massa e dai media.
“Il tema dell’immigrazione è una tematica attuale, sulla quale i ragazzi hanno parecchi stimoli esterni, come Internet, la TV e le famiglie stesse” dice Martina, volontaria in Servizio Civile presso l’associazione “Spesso vengono fuori diversi pensieri, interessanti e da approfondire. Credo che le attività che abbiamo ideato e proposto ai ragazzi siano efficaci e sono contenta di questo. Gli studenti in genere sono partecipi e attivi e questo soprattutto permette una buona riuscita del progetto.”
I ragazzi hanno bisogno di capire e di approfondire tematiche che normalmente rimarrebbero inesplorate. Hanno bisogno di cambiare le opinioni, di sradicare dalle loro menti i preconcetti imposti dalla società attuale, per sviluppare così le proprie idee, in modo da non farsi influenzare da pregiudizi e da idee antiquate radicate nelle coscienze comuni.

“Sono africano, ho vissuto in Africa per 17 anni e ho ricevuto tanto dal mio Paese” dichiara Agrippa, un volontario in Servizio Civile “Mi sento in dovere di condividere l’esperienza che ho ricevuto ed è sempre un gran piacere quando parlo dell’Africa e vedo i bambini che mi guardano in modo curioso, con una voglia sempre maggiore di conoscere e fare domande. Con quello sguardo che sembra dire <<Vorrei andare in Africa un giorno e conoscere meglio la realtà.>>”
I bambini, per loro attitudine, sono sempre curiosi di esplorare mondi che non toccano personalmente con mano, vogliono sapere perché in Africa molti bambini della loro età sono poveri, e che cosa hanno fatto di male per meritarsi questo. Essere un educatore è cercare di dare loro delle risposte, per far capire loro il valore delle piccole cose quotidiane, quel valore che l’Africa permette così bene di conoscere.

Ogni ragazzo è un mondo pieno di emozioni e di idee pronte ad emergere, di domande sul mondo che attendono una risposta. Essi devono essere indirizzati verso un futuro che sappia come rispondere a quelle domande, verso un mondo che sappia dire loro che cosa fare. Hanno bisogno di soddisfare la loro curiosità, per fare in modo che in qualsiasi ambito della loro vita le loro idee non si fermino mai all’apparenza, coincontro con le scuole superiorisì da approfondire ed esplorare quello che sembra scontato e che invece non lo è. 
“Il laboratorio sul tema delle migrazioni mi ha regalato grandi soddisfazioni nel percepire nei bambini e nei ragazzi incontrati a scuola una gran voglia di buttare giù il muro della diffidenza che sono stati costretti a costruirsi a causa di una cattiva e faziosa informazione” dice Fioralba, un’altra volontaria in Servizio Civile “Sono giovani, molto giovani, e hanno una marea di domande e dubbi a cui hanno il diritto di trovare risposte. Credo che questi laboratori siano la base fondamentale per una presa di coscienza vera sulle dinamiche globali, sull’interdipendenza tra Nord e Sud del mondo e sulla consapevolezza che siamo tutti vittime e artefici. Noi forse non siamo ancora pronti e viviamo dei retaggi del passato, ma le nuove generazioni sono già educate e proiettate alla mondialità, siamo noi e chi ci ha preceduto che stiamo ancora cercando di frenare l’unica globalizzazione positiva, quella UMANA.”

Alice Baldelli volontaria in servizio civile

IL VIAGGIO DELLA SPERANZA

Un nuovo presidente per la Tanzania

DOPOSCUOLA PER STRANIERI

This website uses cookies to improve your web experience.