Testimonianza di Marinella tornata da Soweto in Kenya
Carissimi,
perdonatemi il ritardo,spero nella vs. comprensione. Cercherà, a distanza di tempo, di scrivere due righe sulla “nostra
Africa” anche se, forse, non riuscirà a descrivere interamente le emozioni e i pensieri del momento e del dopo.
Impressioni? Lo spirito di adattamento e accettazione mi hanno permesso di trovarmi tranquilla e a mio agio (a parte il ribrezzo causato dall’invasione di scarafaggi volanti), non meravigliata più di tanto per le condizioni disperate che
vedevo, giacché ne ero a conoscenza grazie ai mass-media, ma in cuor mio sofferente per l’inadeguatezza del mio aiuto là ¬,comunque felice nel cuore per i sorrisi e l’allegria ricevuta da questo popolo meraviglioso. Aver avuto la possibilità di dare anch’io a loro un semplice sorriso, una carezza o una parola di conforto è sempre appagante, non mi dilungo sulle condizioni disastrose di questa popolazione e di gran parte dell’Africa anche perchè voi avete dedicato
loro parte della vostra vita e ne siete consapevoli senz’altro più di me. Posso dire solo che andare con Caris che lavorava dando un aiuto ad un paraplegico di 29 anni di nome Moses, è stato toccante e tragico
perchè ti rendi conto che non c’è limite al peggio. Sono le donne che pagano il prezzo più alto nella vita, questo in tutto il mondo, ma la ti chiedi veramente come ha potuto fare una donna da sola a far vivere i suoi figli e quel figlio, in quelle condizioni. I loro occhi ti cercano, vedono in te un’ancora di salvezza. Un pomeriggio un madre mi ha portata dentro la sua capanna, i suoi occhi era pieni di sofferenza ma anche di speranza grazie alla mia presenza, nel buio della stanza,la
in fondo, a letto, mi ha mostrato la sua creatura di due o tre mesi e solo con i suoi gesti e sguardi mi parlava così ha tolto delle fasce alla bambina ed ha scoperto una gamba gonfia e violacea, poi ha preso la mia mano per farmi sentire quel male che affliggeva entrambe. La ho sentito quanto ero piccola e inutile. Ancora con la carissima e bravissima Caris abbiamo fatto visita ad un ragazzina paralizzata a cui doveva far la riabilitazione. Lei era felice così come la famiglia la
quale mi ha accolta con grandi sorrisi. Una volta seduti mi hanno mostrato con orgoglio le foto di famiglia.
Antonella e Caris poi mi hanno fatto visitare la scuola dei ragazzi di strada e l’asilo nido. La
ho pensato che forse qualcuno di quei piccoli ce la farà .
Ho conosciuto i vostri volontari, tutti straordinari ma, a causa del tempo esiguo mi sono affezionata alle due ragazze con cui ho avuto maggiori contatti: Antonella e Caris. Aggiungo anche Moses il ragazzo kenjota di Soweto, aiutato dall’associazione che per riconoscenza presta il suo lavoro la. Altre emozioni? Forse è banale ma per me che entravo per la prima volta a Soweto, la casa dove dormivamo e mangiavamo, e stata una miniera di emozioni, per esempio la cucina nella quale per tre volte sono entrata anche se per poco quando non c’era nessuno; seduta su un panchetto
avvolta da quelle mura pensavo al perchè uno nasce dove nasce e mille altri pensieri. Quelle mura scure piene di batteri ravvivate da due grandi tinozze di plastica azzurra, che servivano per lavare i piatti e che rendevano forse più accettabile l’ambiente. Talvolta ciò che ti fa paura ti attrae; il bagno ossia il w.c è stato oggetto di curiosità ,
scoprire che quando si riempie, si chiude e si passa a scavarne un altro.
Nell’entrare lo trovavo orribile provavo disgusto ad alzare il tappo di legno che chiudeva la buca raccoglitrice di escrementi, con topi che correvano sotto e impregnata di odori nauseabondi e poi in certe ore della giornata con puntualitÀ esasperante mosconi e zanzare. Ma il tempo era quello che era e mi dicevo prima si fa e meglio À¨.
La doccia? Fantastica! Forse perchè adoro l’acqua che mi scorre addosso e dopo una giornata al caldo e con lo sporco accumulato addosso era la sensazione più piacevole che avessi mai provato.
Bisognerebbe andare anche per assaporare queste cose e rendersi conto di quanto siamo fortunati ad avere ciò che abbiamo; forse se molti facessero questa esperienza tornerebbero a casa con un pò più di umiltà c’è bisogno di
umiltà ! Sono andata per capire cosa vuol dire volontariato, se ho lo spirito giusto ma sono sincera a questa domanda non so ancora rispondere. Forse ho solo lo spirito della viaggiatrice fai da te? Sarà comunque il tempo che mi darà una risposta e comunque sono contenta di aver avuto il coraggio di venire: qualcosa mi diceva di andare e se avessi aspettato ancora sicuramente non sarei partita, CARPE DIEM!
Aspetterà tutto con la leggerezza d’animo che mi ha spinto all’ adozione e ad aver voglia di tornare ancora in quell’Africa che adoro.
Ho ricevuto la vostra posta, il 5 per 1000 è per l’Africa.
Grazie della grande opportunità che mi avete dato dimostrandomi la vostra fiducia senza conoscermi, un abbraccio a voi che so, anche senza conoscervi, che siete straordinari così come i vostri figli.
Un saluto particolare a Raffaella che è stata molto gentile e chiara nel descrivermi Soweto.
MARIELLA (Maria)
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