Un viaggio indimenticabile in Africa
Il racconto del Vice presidente Angiolo Farneti
Siamo da poco rientrati da un indimenticabile viaggio in Africa, per visitare alcuni dei principali interventi umanitari sostenuti e finanziati dall’Associazione ”L’Africa Chiama” in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII di Don Benzi, nell’ambito del Progetto Rainbow .
Troppo poche sono due settimane e troppo complessa e variegata la realtà dei Paesi visitati per potere azzardare un giudizio o trarre conclusioni da questa esperienza, ma possiamo parteciparvi le nostre impressioni e osservazioni con la speranza che possano risultare interessanti e toccare il cuore di qualcuno.
In questo periodo abbiamo potuto partecipare ad alcuni momenti del World Social Forum di Nairobi in Kenya, insieme alla famiglia del Presidente Italo Nannini e ad alcuni volontari di Soweto, la baraccopoli dove L’AFRICA CHIAMA ha realizzato un Centro Sociale ed è presente da quattro anni con interventi umanitari a favore di un Asilo nido per 80 bimbi, di due mense scolastiche per 1.000 bambini, di un Centro Nutrizionale per 200 bambini, di due Centri di accoglienza per 50 ex ragazzi di strada e del programma Stop all’Aids per 40 future mamme sieropositive.
Altri Centri nutrizionali e sanitari, asili nido, mense scolastiche, case di accoglienza ed aziende agricole per il recupero di ex-ragazzi di strada ed handicappati abbiamo potuto poi visitare nella seconda settimana a Ndola, Luansha e Kitwe in Zambia. Qui abbiamo potuto incontrare anche Mawuto, la nostra figlia adottiva a distanza, assieme ad una decina di altri ragazzi passati per alcune famiglie e per l’ospedale di Fano in questi anni.
Abbiamo così potuto toccare con mano e vedere alcuni dei tanti problemi di questo immenso e travagliato continente, ma anche le opere fatte ed i progetti in corso grazie alla raccolta di fondi della ONLUS- ONG fanese, una goccia nel mare comunque rispetto ai troppi bisogni.
Ci siamo addolorati per lo sfascio delle famiglie, gli effetti dell’AIDS, gli adulti alcolizzati, i ragazzi di strada drogati, i bambini denutriti e malati, la mancanza di case decenti, di strade e di lavoro, il proliferare di sette religiose… ma abbiamo anche gioito sentendoci dire da una nonna che ”questo bimbo non è sepolto grazie solo al cibo che ci avete dato!” e soprattutto per la volontà di vivere e la gioia vera di questa gente, espressa soprattutto nei momenti di festa, organizzati per loro e con loro, e nelle lunghe e partecipate celebrazioni eucaristiche domenicali, con suoni, canti e balli.
Non lasciamoli soli, coinvolgiamoci impegnandoci con una maggiore attenzione a questi problemi, uno stile di vita familiare più sobrio, la sensibilizzazione degli amici, il nostro volontariato, donazioni, lasciti, bomboniere solidali, sostegno a distanza.
Angiolo e Marta Farneti
Fano, 19/02/07
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