Articolo di Silvia Menchetti, collaboratrice in Italia
Oltre trenta bambini iscritti di diverse nazionalità, circa una ventina di volontari coinvolti – servizio civilisti de L’Africa Chiama, giovani studenti e insegnanti – riuniti in tre sale, due volte a settimana per svolgere i compiti e dedicarsi ad attività ludico-didattiche.
Un anno fa in questo periodo stavamo cominciando a pensare alla festa di fine doposcuola, un momento di svago, giochi e merende condivise che segna la fine di un’altro anno di doposcuola trascorso insieme e l’inizio delle vacanze estive.
Quest’anno è stato diverso, per tutti! E così anche per i volontari e soprattutto per i bambini e le famiglie che frequentano il nostro servizio. Da fine febbraio, con la chiusura delle scuole, anche il doposcuola si è fermato. Ci siamo dovuti prendere una pausa, assolutamente non prevista e non desiderata, proprio in quei mesi che, in verità, rappresentavano un momento cruciale di impegno per i nostri bambini prima della fine dell’anno scolastico. L’emergenza Covid-19 ha stravolto tanta parte delle nostre abitudini e dei nostri programmi e anche il doposcuola in presenza si è dovuto interrompere, per la tutela di tutti. Ma, come associazione non abbiamo mai smesso di interrogarci su come ripartire e su come poter continuare a far sentire alle famiglie la nostra presenza. Dopo una riunione di staff, il primo passo che abbiamo fatto insieme ad alcuni volontari, è stato quello di chiamare singolarmente ciascuna famiglia per capire, in primis, come stavano dal punto di vista della salute e come stavano vivendo questo particolare momento, puntando a far emergere i loro bisogni specifici.
Questo è sempre il punto di partenza dei nostri interventi in Africa e anche in Italia, ascoltare le necessità dei beneficiari e in base a queste strutturare le nostre azioni. Dalle chiamate è scaturita, prima di tutto, una grande gioia reciproca, data dal sentirsi dopo qualche settimana di assenza e dal trovare tutti in salute, per fortuna. Ma, per quanto riguarda gli aspetti didattici, diversi genitori ci hanno segnalato di vivere delle difficoltà ancora maggiori nell’affiancare i propri figli nello svolgimento dei compiti e soprattutto con alcune materie. Per questo, abbiamo deciso di convertire il doposcuola in modalità digitale e di attivarci con un servizio di supporto a distanza. Così, da un mese circa, due pomeriggi a settimana, grazie alla disponibilità di un gruppo di volontari (tecnologici) aiutiamo i bambini con i compiti, alla presenza dei genitori, scambiandoci foto di schede e pagine di libri, audio-messaggi e video chiamate attraverso WhatsApp, lo strumento che ci è parso più semplice e comodo per tutti.
Sicuramente, dobbiamo ancora strutturarci al meglio e la modalità virtuale è tutta nuova anche per noi, ma i genitori stanno rispondendo positivamente; hanno molto apprezzato questo nostro tentativo e, oltre alle richieste di aiuto compiti, ci mandano messaggi di riconoscenza e gratitudine.
Anche questa volta, abbiamo riflettuto sul fatto che la situazione di emergenza che stiamo vivendo, sì, riguarda tutti, ma non tutti la viviamo “alla pari” e ancora una volta abbiamo scelto di continuare a rimanere a fianco di quei soggetti più vulnerabili, che potenzialmente rischiano di rimanere ancora più “indietro” e ancora più esclusi a causa del Covid-19.
Silvia Menchetti, collaboratrice in Italia de L’Africa Chiama
Guarda l’ultima video-puntata di “L’Africa Chiama On Air” con gli aggiornamenti dei progetti in Italia clicca qui