Legarsi a qualcuno è un processo tanto naturale quanto complesso. Per questo motivo necessita di essere analizzato, soprattutto nell’ottica del progetto “Special Children”, i ragazzi in situazioni di strada qui a Nairobi, Kenya.
Sin da quando siamo piccoli/e ci raccontano che stabilire dei legami umani è fondamentale nella nostra vita e per il nostro benessere. Ci raccontano che quel qualcuno a cui legarsi è una persona pronta a supportarti, consolarti o semplicemente ascoltarti nel momento del bisogno mosso da un sentimento sincero d’amore e, in modo reciproco, tu farai con lui/lei. Allo stesso modo, ci raccontano che in ogni relazione bisogna stabilire dei confini tra te e l’altro per far sì che sia chiaro all’altro come vogliamo essere trattati e affinché ci sia del rispetto reciproco tra gli attori coinvolti.
Per i ragazzi del progetto “Special Children” qui in Kenya, questo tema è alquanto delicato. Spesso, quando si raccontano, dicono di sentirsi “soli” e che fanno fatica a fidarsi anche degli amici di lunga data, con cui trascorrono gran parte del tempo insieme.
In un contesto di estrema fragilità come quello della vita in strada, i legami tendono ad essere più labili e spesso i ragazzi stabiliscono continuamente dei confini, in un certo senso, più “rigidi” con ogni persona che incontrano sul loro cammino. Porre dei confini nelle relazioni è salutare per il nostro benessere ma se questi sono troppo “rigidi”, rischiano di diventare invalidanti per lo sviluppo sociale dell’individuo.
Per far fronte ai rischi e, dunque, auto proteggersi i ragazzi tendono ad essere restii al legame sano con l’altro. Fanno fatica a fidarsi. Gli stessi ragazzi sono spesso in strada in gruppo per darsi forza ma spesso, quando il rischio di presenta, la loro sorte dipende dalle forze che individualmente mettono in gioco per sopravvivere. Questo si traduce in bugie elaborate per raggirare qualcuno e raggiungere uno scopo oppure in fughe senza freni durante la notte per non essere acchiappati dalla polizia mentre un amico è “in trappola”, o ancora in vendette tra pari e così via.
Tramite le attività e i momenti informali al centro, Call Africa Kenya si impegna a creare legami più sani tra pari e, soprattutto, a stabilire confini relazionali sani. Anche a Call Africa le incomprensioni e i conflitti tra i ragazzi sono frequenti perché certe dinamiche di strada non si dissolvono quando i ragazzi arrivano al centro. Nonostante ciò, è compito degli educatori incanalare questi conflitti in un dialogo costruttivo e un confronto tra i ragazzi per comprendere e risolvere la questione alla base del conflitto. Prendersi un momento di tranquillità in cui si discute del problema con calma e ci si chiede scusa guardandosi negli occhi può essere importante per liberarsi della corazza di orgoglio che spesso caratterizza i ragazzi ed anche per facilitare dei rapporti più sani e rispettosi tra loro. Inoltre, le attività di sport come le sessioni di acrobatica che richiedono cooperazione tra i ragazzi per completare alcuni esercizi di equilibrio e forza, sono un mezzo fondamentale per facilitare la fiducia e il rispetto tra di loro.
Anche se tutto questo non è sempre semplice e a volte può sembrare impossibile, qui a Call Africa sono nate alcune amicizie tra ragazzi che ancora oggi restano salde e si spera continueranno nel tempo.
Articolo di Giovanna Quaranta, volontaria in servizio civile a Naiorbi (Kenya)