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Natale 2003 Giacomo

C’era una volta un bambino …che sono io.

Mi chiamo Issa Mussa Wasiri, credo di esistere gia’ da un po’ di tempo, forse 7 anni ma non ne sono sicuro. In Tanzania a Dar es Saalam, una citta’ incasinata e molto calda io e mia sorella gemella siamo venuti al mondo insieme, ma ci siamo dovuti salutare presto visto che io handicappato, non avrei avuto possibilita’ di crescere; cosi’ subendo una certa scelta da parte di mia mamma, dopo che ha smesso di darmi il latte tenendomi in braccio, ho passato circa due anni chiuso in una stanzetta sporco e da solo, e vedevo qualcuno solo se venivano a darmi da mangiare. Questo e’ stato il buongiorno alla mia esistenza finche’ un giorno, stanca di un figlio-impiccio, mia mamma mi porta e mi lascia da un uomo che da come mi guardava, mi sembrava di conoscere. Lui, avendomi visto nella mia situazione, dopo poco tempo mi prende affettuosamente in braccio e mi porta in un posto pieno di carte, dove io strisciavo per terra cercandomi un nascondiglio visto che avevo paura di tutto e di tutti. Da quel giorno che mio padre mi ha lasciato in un ufficio sociale, non rividi piu’ i miei genitori, e altre persone si presero cura di me che avevo 4 anni ed ero abbandonato. A questo punto quasi immediatamente mi portarono ad Iringa, una citta’ piu’ tranquilla e piu’ fresca dove tutt’ora vivo insieme a delle strane persone con la pelle bianca.
In questa casa dove vivo ora mi trovo bene, si ride si scherza, si gioca e ogni tanto si monta su una casa piccola con le ruote e si va a fare un giro.
Uno dei miei problemi e’ una malformazione ai tendini delle gambe che non mi permetteva di stenderle, quindi non potevo stare in piedi e non potevo correre come tuti gli altri bambini che vivono con me; poi un giorno quelle strane persone bianche mi hanno portato in un posto con altre persone con problemi come i miei. Io non ci volevo stare, volevo tornare a casa a gattonare con i miei amici, ma loro insistendo, mi hanno fatto fare un’ operazione che mi permette di stendere le gambe e stare in piedi con l’aiuto di supporti di plastica, poi riesco a camminare con un carrellino e ultimamente anche con le stampelle.
Ho anche un altro problema, anche se non so’ cos’e un problema, non l’ho mai sentito… sono sordomuto dalla nascita ed e’ per questo che non capisco tante cose, ed e’ difficile capirmi per gli altri, quindi, per quel che e’ possibile cerchiamo di conprenderci a vicenda; cosi’ con qualche gesto riesco a dire quando mi scappa la pipi’, mi dicono quando si mangia, mi dicono quando e’ ora di andare a letto. Anche se non so’ cosa vuol dore parlare o sentire, un po’ riesco a comunicare, e mi piace avere a che fare con le persone; mi piace quando mi fanno il solletico e quando mi fanno giocare, mi piace quando mi fanno il bagno e mi mettono quella cosa scivolosa e profumata addosso, mi piace un po’ meno quando mi fanno fare gli esercizi alle gambe che mi danno un fastidio trmendo e non li voglio fare, ma loro insistono, e infondo mi piace perche’ sento che mi vogliono bene, anche se non so’ cosa vuol dire “voler bene”, non l’ho mai sentito…
La mia vita quotidiana e’ molto bella e a meno che non mi facciano incavolare ho sempre un bel sorriso stampato in faccia, le mie giornate sono piuttosto regolari, colazione pranzo e cena ai soliti orari, la mattina e il pomeriggio li passo in cortile con i miei amici scorrazzando con il mio carrellino di qua e di la’ camminando eretto. Poi ogni tanto quando i grandi possono, ci portano in giro o a piedi o in macchina. Per adesso le mie giornate le passo piu’ o meno cosi’, e non so’ per quanto continuera’, il futuro non so’ cos’e, non l’ho mai sentito… ma forse avro’ la possibilita’ di frequentare una scuola per sordomuti, cosi’ potro’ imparare a leggere e a scrivere e finalmente comunicare fino in fondo con le persone che mi circondano, infatti non sono io che ho scritto queste cose, ma qualcuno ha provato ad indovinarle e a scriverle per me. Magari un giorno, quando avro’ imparato, sara’ bello scoprire se hanno un nome tutte le cose finora ho solo pensato, e magari scoprire se ha un nome quella cosa che succede fra le persone quando si vogliono bene, anche se io non so’ cos’e’ “l’amore”, non l’ho mai sentito…!

SCRITTA DA GIACOMO BONDIELLI VOLONTARIO CASA FAMIGLIA -IRINGA TANZANIA /SI PRENDE CURA DI ISSA

 

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