La lotta di un bambino dello Shalom Centre per la quotidianità nel quartiere di Kanyama-Lusaka.
Peter ha tredici anni, è il secondo di tre figli e non può camminare dalla nascita a causa di una distrofia muscolare. Ogni mattina, viene alla scuola Shalom grazie al fratello più piccolo che spinge la sua sedia a rotelle sul terreno roccioso e accidentato delle strade di Kanyama. Frequenta la quinta elementare insieme ai suoi coetanei, un traguardo raggiunto dopo un percorso in una delle classi “speciali” del centro.
In Zambia infatti, esistono classi cosiddette “Speciali” dove i bambini con disabilità seguono un percorso didattico studiato in base alle loro potenzialità ed esigenze. Orientati verso una istruzione più inclusiva, in alcune scuole come Shalom, alcuni di questi studenti vengono inseriti nelle classi “normali” per seguire le lezioni standard.
Per Peter non è stato facile. Come molte famiglie di Kanyama, quella di Peter vive ogni giorno diverse problematiche, come l’asma cronica della madre, che spesso non riesce ad accompagnare i figli a scuola, e la disoccupazione del padre, che con piccoli lavori a giornata non riesce a garantire un sostentamento regolare e l’affitto della casa. Nella quotidianità, piccoli gesti, come andare ai servizi igienici solitamente esterni all’abitazione, richiedono grandi sforzi per garantire pari dignità.
In un contesto di povertà urbana in cui incidenti domestici o per strada, malattie endemiche come malaria e febbre gialla, malnutrizione e trascuratezza sono frequenti, soprattutto in tenera età, si stima che sei bambini su dieci vivano in situazioni di vulnerabilità.
Secondo l’Agenzia zambiana per le persone con disabilità, la percentuale nazionale di persone con qualche forma di disabilità (fisica o intellettiva) si aggira intorno al 7,2% .
Il 3 dicembre, Africa Call Zambia ha partecipato alla Giornata Mondiale per le persone con disabilità insieme ad altre organizzazioni che lavorano nel settore. Commossa dalla storia di Peter raccontata da due nostre insegnanti delle classi “speciali”, la portavoce di World Vision l’ha riportata in assemblea e ha scelto di donarci cinque sedie a rotelle. È solo attraverso la sensibilizzazione e la conoscenza di storie come quella di Peter che sarà possibile dare a bambini con disabilità gli strumenti necessari per aumentarne l’autonomia ed esprimere le proprie potenzialità, perché la diversità è ricchezza e Africa Call Zambia lavora ogni giorno proprio per difenderla e valorizzarla.
Maristella e Adele, volontarie di Servizio Civile in Zambia