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Testimonianza di Michela

L’AFRICA VISTA CON I  MIEI OCCHI

L’Africa mi scorre davanti agli occhi, scorre veloce su questo pullman che da Iringa si dirige verso Dar. Eppure qui la vita scorre lenta…scorre con il ritmo del sole!! Quando il sole si alza, l’Africa inizia a vivere e quando il sole cala l’africa va a dormire.. Tra il calar e il levar del sole sembra che tutto sia immobile!

Ora in questo viaggio lunghissimo verso Dar, su questo pullman, comincio a realizzare ciò che ho vissuto, proprio ora che attraverso i miei occhi umidi vedo l’africa scorrermi veloce attraverso il vetro.

 

Le case di fango con i tetti di paglia, le bancarelle instabili fatte di legno  talvolta con solo tre banane da vendere, lo sguardo dei bambini che fissano il nostro pullman passare con la meraviglia di chi forse non lo prenderà mai per lasciare il proprio villaggio, i ragazzi dei villaggi con le mani levate verso i nostri finestrini per venderti qualsiasi cosa non appena il pullman si ferma, e quindi l’africa che si sposta a piedi lungo la strada!

I villaggi si susseguono veloci come anche le giacarande viola che tanto piacciono a Silvia (ogni giorno ripeteva a luca di fotografargliele!!)

Forse i miei occhi sono umidi perché sento l’africa scapparmi di mano, correre di pari passo con il nostro pullman. E questo mi lascia una scia di tristezza!!

Chissà se potrò mai tornare in questi posti dove ho vissuto emozioni  forti come mai prima d’ora… la polvere mangiata per la strada mentre a piedi raggiungo Ipogolo, le acrobazie e l’odore acre sui “dala dala” stracolmi di tanzaniani, le lodi tutte le mattine all’alba cantate nella moschea vicino casa, le donne che lavano i vestiti in un rigagnolo d’acqua e li stendono sugli alberi, le risate dei tanzaniani che mettono alla prova il mio kiswahili, il “wasungu” urlato per strada dai bambini al mio passaggio ..eh sì perché per loro noi siamo cose strane!

E ancora le urla e lo stupore dei bambini vedendo la mia macchina fotografica che ti chiedono in continuazione “picha” “picha” tirandoti per le braccia, l’entusiasmo di altri alla vista di una corda o di un sacchetto di plastica e di una palla fatta di stracci… mi chiedo cosa se ne possa fare un bambino di queste semplici cose…e mi rispondo che la fantasia di un bambino africano non conosce limiti!!

E poi ci sono anche gli occhi tristi di quei bambini che sembrano forse aver già capito che la loro vita non sarà lunga e felice, e gli occhi colpevoli di quelle donne che impotenti hanno trasmesso loro una malattia!

Questa è l’Africa vista con i miei occhi…la stessa africa che ha cambiato la mia idea di africa, di amicizia, di donna, di viaggio e forse anche la mia vita!!

Michela – Tanzania (Agosto 2011)

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