TESTIMONIANZA DI RICCARDO VOLONTARIO A KANYAMA (ZAMBIA) –
Per circa un mese, tra maggio e giugno 2009, ho avuto la possibilità di vivere nel centro Shalom, di provare a guardare, a comprendere, ad affrontare le insidie e le difficoltà della vita a Kanyama. Inizia presto la giornata qui a casa Shalom. Sveglia alle 6:30, colazione alle 7:00, poi ognuno corre alle sue occupazioni. Sydney e Bright, i nostri due amici zambiani della casa, si preparano per affrontare la loro giornata: Sydney ha il suo ufficio a Pope Square, si occupa del progetto di microcredito, Bright lavora come insegnante nella Community School.
Letizia e Barbara devono passare in ambasciata e poi al ministero della salute. Non si riesce a capire quali siano i documenti e le autorizzazioni necessarie per permettere a Barbara di svolgere la sua professione di fisioterapista. Anche Marco va giù in città, c’è bisogno di fare la spesa per la casa, comprare la farina per la mensa scolastica e passare in banca a ritirare i soldi per pagare il personale locale. Mimma, l’altra volontaria che è con me, decide di accompagnarlo. Io resto nel centro insieme a Simona, anche qui c’è molto da fare e poi tra un po’ arriveranno i bambini.
Ogni mattina aspetto con ansia questo momento. Simona si chiude nel suo ufficio, riceve persone e impartisce disposizioni, lei è la responsabile del centro, su di lei grava tutto il lavoro di organizzazione. Le do una mano controllando la registrazione di alcune fatture emesse, lei è molto pignola, desidera che tutto sia in ordine. Il tempo è volato, il ruggito delle Jeep in lontananza ci segnala il ritorno degli altri. Il pranzo preparato da Maurine è delizioso. La benedizione del cibo ti riempie il cuore, anche se non sei credente, anche se non l’hai mai fatto. Oggi tocca a me, sono un po’ in imbarazzo, ma poi chiudo gli occhi e le parole vengono da sé. Giusto il tempo di un caffè, poi subito si riparte: nella vicina chiesa di St. Maurice oggi è previsto infatti il settimanale seminario di formazione per gli insegnanti locali.
Rimaniamo soli io e Mimma a guardia della casa, insieme prepariamo la stanza che accoglierà la futura sala computer, dopo vado fuori a giocare con i ragazzi del compound in un improvvisato torneo di calcetto, lei ci guarda divertita e scatta qualche foto. Non sono neanche le sei che comincia a fare buio, il sole sta andando a morire regalandoci anche oggi un magnifico tramonto. Il seminario è finito, ci ritroviamo tutti insieme in cucina per preparare la cena, ci scambiamo le sensazioni e le emozioni della giornata poi Letizia ci rincuora tutti con la sua chitarra e la sua dolce voce. Vado a letto stanco ma pieno di gioia e di speranza, per riprendere da domani con più entusiasmo di quello che ho saputo mettere in campo oggi. Invito chiunque abbia i mezzi e la possibilità ad avvicinarsi all’associazione L’Africa Chiama per fare un esperienza come la mia, anche solo per qualche settimana, nella consapevolezza che non siamo noi a donare loro qualcosa, ma loro a regalarci la possibilità di vivere una vita diversa.
Riccardo volontario a Lusaka Giugno 2009
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