Di ritorno da Iringa…
Da soli 6 giorni in Italia….e già la nostalgia di quella sensazione di libertà ma contemporaneamente di sentirsi a casa che solo l’Africa ti sa dare si fa già sentire….
E’ proprio così che ci si sente se si ha la fortuna di trascorrere almeno un paio di settimane in questo splendido continente, la terra degli elefanti e delle giraffe, della savana ornata dagli splendidi baobab e acacie, delle spiagge paradisiache…..ma soprattutto della gente più calorosa e accogliente che ci sia!
il viaggio in africa è stato stupendo in tutti i sensi, e ovviamente l’esperienza di Iringa e tra i tesori più grandi che i riporto a casa. Devo ammettere che provo già un senso di profonda nostalgia, e una specie di vuoto che spero di colmare con il riprendere delle mie normali attività qui in italia, ma non ti nascondo che ora sto pensando all’africa….
Difficile raccontare in poche righe le sensazioni e le emozioni che questo percorso riesce a trasmettere, io ci provo. Il bello inizia già dal viaggio: l’aereo arriva a Dar Es Salaam, la capitale di fatto, sulla costa di fronte a Zanzibar. Nome islamico, significa “Porto Felice” ed infatti lo è; non credete a chi vi dice che è un pò pericolosa, non lo è più di altre città italiane. Una sera ho lasciato il cellulare in taxi, tornato al posteggio il tassista è venuto incontro per restituirmelo.
Dopo 3 giorni di gironzolare nella capitale, si parte per Iringa, la città che mi ospiterà per 20 giorni… Si viaggia in pulmann lungo forse l’unica strada intercittadina asfaltata e non sterrata della Tanzania, che da Dar arriva fino a Lusaka in Zambia. Sorpassi acrobatici, paesaggio mozzafiato…10 ore ma davvero divertenti. Si arriva perciò ad Iringa che è quasi notte. Marina passa a prendermi alla stazione degli autobus, e il primo abbraccio è stato già molto caloroso..
In macchima fino a casa le prime chiacchiere, sul numero dei bambini, gli orari e altre cose pratiche. prima cena con latte e pane, tutti intorno al tavolo, con Andrea, il piccolo di casa, ce mi aspetta giusto per dirmi Nema! Buonanotte! Andrea entra dritto nei nostri cuori: un bambolotto di 1 anno e mezzo che gira curioso per tutta la casa per tutto il giorno, arrampicandosi da solo dovunque!
Intorno al tavolo faccio la prima conoscenza dei bambini e degli altri volontari e ospiti: primi sguardi un po’ incuranti e guardinghi, ma la diffidenza passa davvero subito! I ragazzi sono stupendi, entri subito in sintonia, ti capiscono al volo, in inglese, in italiano, in swahili, e….in napoletano! Ovviamente all’inizio solidarizzo subito, oltre che con Andrea e Zulfa, i due piccolini della casa, con i due maschietti, Cheny e Justin, con cui faccio lunghe partite a pallone.
Davvero affettuosi tutti i ragazzi, ma anche molto maturi per la loro età.
Riguardo le foto In ordine sparso: Betty: davvero ottimo inglese! Happy: una autentica scugnizza napoletana! Faines: secondo me futura Miss Africa, e che forza con i sacchi di farina! Nema: solare; Adija e Swena: le pazzarelle della casa!
E poi Marina e Giuseppe, due grandi davvero; i ragazzi sono davvero fortunati ad avere 2 punti di riferimento così. E poi Chiara…l’Africa sembra proprio il suo posto, ed è una persona davvero importante per tutti i bambini. Si vogliono tutti davvero bene, e sono molto felici.
Nella casa famiglia ti senti come a casa tua: ho sognato tutte le notti!!! Fuori c’è tanto di bello da vedere…. lo Shalom, con i ragazzi contentissimi di giocare con te e di imparare nuovi giochi e “novità” dal vecchio continente; il Kizito, il centro di ragazzi di strada gentili e ospitali come pochi; e il Nutri, dove ho conosciuto Dani, un altro mito! Sorriso a 44 denti, e se riesci a conquistarlo corre ad abbracciarti e ti senti davvero realizzato! Non dimenticherò mai la gita ad Isimila, tutti insieme come una famiglia… e poi i bambini che incontri per strada, che ti superano mentre cammini per strada solo per farti ciao con la manina e dirti sorridendo “Goodafternoon!” o “Karibu!” e dai loro occhi capisci davvero che sei il benvenuto e che sono contenti di vederti gironzolare per le loro strade; i venditori al mercato, la canzone di Maru, che Adija cantava tutto il giorno! Le kande colorate e bellissime delle donne, le loro acconciature, i bimbi sulle spalle…..e poi i Dala dala, i tacchini giganti per strada…
Venti giorni passano davvero in fretta….
Oltre ai ricordi quello che porterò sicuramente a casa è il sorriso e la generosità della gente di Iringa e in generale dell’Africa: hanno poco, ma quello che hanno lo condividono volentieri con te. E poi sono sempre sorridenti e felici della loro vita….ora sono in Italia e ved persone stressate e nervose: ma siamo sicuri che il vero progresso sia il nostro mondo?
Ragazzi andate in Africa non ve ne pentirete!!! Quello che riceverete sarà di gran lunga superiore a quello che si riesce a dare…
Vincenzo Ambrosio, Iringa (Agosto 2009)
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