John Pomb Magufuli, lo scorso 29 Ottobre, proprio nel giorno del suo compleanno, ha ricevuto un regalo speciale: i cittadini lo hanno eletto nuovo Presidente della Tanzania. Esponente del Partito della Rivoluzione, il CCM (in swahili, Chama Cha Mapinduzi), Magufuli ha avuto la meglio sul suo avversario Edward Lowassa, rappresentante dell’Ukawa, una coalizione di 4 partiti. Il CCM si e’ riconfermato essere la formazione politica piu’ longeva d’Africa, fondata dal padre della patria e primo presidente della Tanzania, Julius Nyerere.
Il CCM ha vinto con oltre il 58% dei voti validi contro il 40% del Chadema, il partito di Lowassa. Il margine di vittoria e’ stato quindi confortevole per Magufuli, a conclusione di elezioni giudicate come le piu’ controverse da quando la Tanzania ha adottatto il multipartitismo.
Il motivo di tali preoccupazioni era dato dal fatto che il candidato sfidante, ex primo ministro per il CCM, deluso per aver perso le primarie del proprio partito proprio contro Magufuli, e’ passato in maniera molto disinvolta all’opposizione, diventando il leader dell’Ukawa.
Da quel momento, l’esito e’ stato sempre piu’ incerto: l’opposizione ha acceso la campagna elettorale come mai era avvenuto nelle elezioni precedenti, tra accuse reciproche di brogli che facevano temere a possibli violenze post elezioni. Il principale slogan eletorale di Lowassa era incentrato sulla forte voglia di cambiamento manifestata da tutta la popolazione, e particolarmente dalla fascia più giovane che costituiva una grossa porzione dell’elettorato, contro un partito ormai in carica da 54 anni.
Magufuli invece ha incentrato tutta la sua campagna elettorale sulla lotta alla corruzione e alla disoccupazione.
Com’era nelle previsioni, Lowassa, subito dopo la proclamazione ufficiale dei risultati, si è rifiutato di riconoscere la sconfitta, denunciando la manipolazione del sistema elettronico, nonostante gli osservatori internazionali non avessero rilevato alcuna anomalia nel corso della tornata elettorale. L’eletto Magufuli e’ una persona apprezzata dalla popolazione per il lavoro svolto come ministro, di specchiata onestà e considerato una outsider all’interno della grossa macchina politica del CCM.
Presidente da pochi mesi, ha già cominciato ad adottare una lunga serie di misure di tagli agli sprechi pubblici che dovrebbero contribuire a migliorare la situazione dell’economia nazionale. In particolare Magufuli ha imposto alcune regole ai funzionari del suo governo per ridurre le spese da loro sostenute con i soldi pubblici, una questione su cui l’opinione pubblica della Tanzania si lamentava da tempo.
Per esempio, ha vietato tutti i viaggi all’estero dei funzionari del suo governo, che saranno invece costretti a passare più tempo nelle aree rurali della Tanzania, dove si concentrano molti dei problemi del paese. Magufuli ha detto che per svolgere incarichi all’estero ci sono già i diplomatici e che saranno concessi permessi speciali in certe circostanze, e solo dal presidente e dal primo segretario.
Ha ordinato che i costi da sostenere per l’inaugurazione del nuovo Parlamento non superino i 7mila dollari, una cifra decisamente più bassa dei 100mila dollari previsti in precedenza. E ha anche licenziato in tronco il capo del principale ospedale statale dopo che ha trovato un paziente che dormiva sul pavimento durante una visita a sorpresa nella struttura. Ha vietato ai funzionari del suo governo di riunirsi fuori dall’ufficio, nei casi in cui questi incontri si possano tenere in conference call, e di usare i soldi pubblici per mandare i tradizionali biglietti di auguri di Natale e dell’anno nuovo.
Magufuli ha anche cancellato le celebrazioni del giorno dell’indipendenza, il 9 dicembre; ha detto che sarebbe stato “vergognoso” spendere grosse somme di denaro per le celebrazioni quando “il nostro popolo sta morendo di colera” (negli ultimi tre mesi in Tanzania sono morte di colera circa 60 persone) e ha chiesto a tutti i cittadini di usare quel giorno per pulire le zone in cui vivono e i loro posti di lavoro.
Il portavoce del presidente, Gerson Msigwa, non ha specificato quanti soldi siano stati risparmiati cancellando le celebrazioni del giorno dell’indipendenza, ma ha detto che quei soldi verranno spesi per potenziare gli ospedali che curano i malati di colera.
Anche se le sfide ovviamente non mancheranno, a partire dal problema delle spinte indipendiste dell’arcipelago di Zanzibar, fino ad ora possiamo dire che Magufuli ha rispettato in pieno le promesse fatte in campagna elettorale, soprattutto il suo motto: HAPA KAZI TU! (only work here!)
Elisa Caiterzi volontaria in servizio civile (Tanzania)